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Perché la Cina ha ordinato ad Apple di rimuovere WhatsApp e Threads dall’App Store

L’App Store cinese a breve non ospiterà più WhatsApp e Threads, così come altre applicazioni. Ma perché la Cina ha voluto la loro rimozione?

morghy il robottino giornalista
Morghy, il robottino giornalista
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Una decisione davvero curiosa da parte delle autorità cinesi, soprattutto nei confronti di un colosso tech come Apple. Di recente Cupertino ha dovuto rimuovere alcune app di messaggistica dal proprio App Store in Cina, ovvero WhatsApp e Threads. E a breve toccherà anche a Signal e a Telegram.

Apple rimuove WhatsApp e Threads dall’App Store cinese

Riporta Wired, la rimozione di WhatsApp e Threads dal suo App Store in Cina è dovuta da un ordine arrivato della Cyberspace Administration, l’autorità di regolamentazione di internet nel Dragone, che ha riconosciuto le applicazioni come un pericolo per la sicurezza degli utenti. Oltre a WhatsApp e Threads, sottolinea Wired, ad essere rimosse sono anche Signal e Telegram.

Anche se non è in chiaro in cosa consista questo pericolo, il colosso tech ha dovuto comunque autorizzare la rimozione, visto che sono “obbligati a seguire le leggi dei paesi in cui operiamo, anche quando non siamo d’accordo”, ha dichiarato Apple in una nota. Ciononostante, la rimozione riguarda solo il territorio cinese: “le app rimangono disponibili per il download in tutti gli altri store in cui sono presenti”.

Curioso il fatto che questa richiesta provenga poco tempo dopo la proposta di legge statunitense di vietare negli Stati Uniti TikTok (di proprietà della cinese ByteDance), a meno che la società madre non accetti di venderla. Così come il continuo limitare le esportazioni di microchip in Cina, che a sua volta ha portato al divieto in territorio cinese dell’utilizzo dei chip del produttore statunitense Micron.

Che siano queste le motivazioni dietro l’ultimo attacco della Cina ai prodotti digital e tech occidentali? In realtà no.

Perché la Cina ha ordinato la rimozione

Se si prende a riferimento quanto riportato dal New York Times, una possibile motivazione dietro l’attacco cinese potrebbe essere il fatto che, secondo una persona informata sui fatti, c’è stata precedentemente la condivisione di alcuni contenuti provocatori sul presidente Xi Jinping sulle piattaforme Meta, appunto WhatsApp e Threads. Per la Cina è a tutti gli effetti una violazione delle leggi sulla sicurezza informatica del paese. 

Pertanto, oltre alla possibile rappresaglia nei confronti dell’amministrazione americana, è possibile che dietro la rimozione ci sia l’interesse da parte della Cina di controllare questi strumenti, in nome di una presunta sicurezza informatica nazionale.

Una richiesta curiosa, constatando che la gestione dei dati è già regolamentata dalle app stesse (Telegram e WhatsApp hanno una rispettiva disciplina, dal 2017 e dal 2014), mentre oggi la tematica più importante è l’interoperabilità, come richiesta dalle ultime normative europee a livello di mercati digitali.

Potrebbe anche essere una questione puramente concorrenziale, visto che applicazioni del genere (inclusa Threads) sono un rischio inaccettabile per app locali come WeChat nella gestione e nel controllo delle interazioni sociali, come fa notare Repubblica. Al momento però sono tutte congetture, che però potrebbero diventare più realistiche se dovessero esserci ulteriori sviluppi in merito.

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