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Il Digital Markets Act entra in vigore: cos’è e come funziona

Entrato in vigore il Digital Markets Act, ora molti servizi come social media e app dovranno conformarsi. Ma che cos’è e come funziona?

morghy il robottino giornalista
Morghy, il robottino giornalista

Entra in vigore ufficialmente il tanto temuto DMA, il Digital Markets Act. Temuto per le aziende, non per gli utenti. Anche perché con la nuova disposizione normativa l’Unione Europea impedirà che qualcuno abusi della propria posizione dominante in un dato servizio social o informatico. Rendendo così automatico l’utilizzo di un’applicazione di terze parti invece della propria.

Una sfida colossale per l’UE, infatti c’è da temere che dopo la sua entrata in vigore non mancheranno le battaglie legali. Basti pensare al fatto che da poco l’Antitrust UE ha inflitto una multa da 1,8 miliardi di euro ad Apple per abuso di posizione dominante rispetto alle app di streaming musicale.

Ma vediamo meglio cos’è il Digital Markets Act, e come funziona per social e altre app.

Cos’è il Digital Markets Act

In parole povere, il Digital Markets Act (o Regolamento sui Mercati Digitali) stabilisce una serie di obblighi e divieti per arginare gli abusi dovuti a potenziali monopoli tecnologici. E tutto nella prospettiva di avere un mercato più competitivo dove possano prosperare anche i player più piccoli.

Già da mesi l’Autorità Europea ha stabilito che ben 6 big della tecnologia dovranno conformarsi a questa nuova disposizione, dato che sono considerate come “gatekeeper“, ovvero aziende che hanno:

  • un fatturato annuo nell’Unione Europea di almeno 7,5 miliardi di euro;
  • una capitalizzazione di mercato pari ad almeno 75 miliardi di euro;
  • il controllo di uno o più importanti punti di accesso degli utenti, con mensilmente almeno 45 milioni di utenti finali e 10.000 utenti commerciali stabiliti nell’Unione Europea;
  • una posizione consolidata e duratura.

E sono:

  • Alphabet (Google),
  • Amazon,
  • Apple,
  • Meta (Facebook, Instagram),
  • Microsoft,
  • ByteDance, proprietaria di TikTok.

Come giustamente ha fatto notare l’AGI, è una vera e propria rivoluzione nel diritto della concorrenza, dopo anni di procedure infinite per porre fine alle pratiche anticoncorrenziali.

Una rivoluzione che le stesse aziende stanno prendendo a cuore. Riporta sempre l’Agenzia di stampa, Meta e TikTok hanno dichiarato l’anno scorso di impiegare ciascuno più di 1.000 persone per implementare la normativa. La stessa Google afferma di mobilitare “migliaia di ingegneri” solo per conformarsi. Anche perché le sanzioni non sono poche in caso di violazione.

Come funziona il DMA per social e app

Il funzionamento è semplice. Ognuna di queste aziende dovrà informare Bruxelles di qualsiasi operazione di acquisizione, indipendentemente dalle sue dimensioni. E garantire l’accesso ai servizi dei concorrenti, invece di imporre le proprie soluzioni per impostazione predefinita.

Nel caso delle app, come Google Maps, se prima digitando un indirizzo sulla barra delle ricerche, si apriva automaticamente l’app di Google. con il DMA ora bisogna andare su Maps e poi cercare l’indirizzo.

Nel caso dei social, come la messaggistica istantanea di WhatsApp e Messenger, essa sarà resa interoperabile con i servizi concorrenti che la richiedono.

Ma segnala l’AGI, secondo un funzionario europeo, la Commissione europea sarà costretta a “scegliere” i reati da perseguire a causa delle risorse limitate. Nel frattempo non poche sono le aziende che stanno contestando questa norma.

Anche perché le sanzioni non sono poche. La normativa prevede sanzioni fino al 10% del fatturato globale del trasgressore, o addirittura al 20% in caso di recidiva, e la minaccia di smantellamento come ultima risorsa.

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