Unity, scoppia la polemica per le nuove tariffe: immediate le scuse

Scoppia la polemica sulle nuove tariffe di Unity. Per evitare il peggio, l’azienda ha fatto dietrofront, chiedendo scusa a tutti gli utenti

morghy il robottino giornalista
Morghy, il robottino giornalista

La politica tariffaria di Unity Runtime entrerà in vigore il 1° gennaio 2024 e addebiterà 0,20 dollari per installazione per qualsiasi gioco con più di 200.000 installazioni. O meglio, salvo ritrattamenti da parte dell’azienda.

La decisione di alzare le tariffe ha sollevato molte sopracciglia poiché il termine installazione al giorno d’oggi è un po’ difficile da definire. In poco tempo s’è scatenata una feroce polemica, e per evitare il peggio Unity si è scusato e ha rivelato che apporterà modifiche ad essa.

Le scuse ufficiali di Unity per l’aumento delle tariffe

Unity si è rivolta a Twitter/X per condividere la notizia, dicendo che ha parlato con un numero di persone all’interno e all’esterno dell’azienda e sta pianificando di cambiare rotta alla controversa policy. Sebbene non abbia condiviso alcun dettaglio su quali potrebbero essere tali modifiche, ha promesso che un altro aggiornamento arriverà tra “un paio di giorni”.

Parliamo infatti dell’aumento del piano tariffario per i servizi Unity, che porteranno ad un aggravio di 20 centesimi di dollari per ogni installazione. La comunità di sviluppo non ha accolto di buon occhio queste modifiche e chiarimenti proposti, e molti team in tutto il mondo hanno affermato che non realizzeranno i loro giochi in Unity ora.

La reazione è diventata così grave che gli uffici dell’Unity a San Francisco e Austin hanno dovuto chiudere a causa di quella che è stata definita una minaccia di morte credibile, secondo IGN.

Chiarimenti sulla policy delle tariffe

Queste nuove tariffe di installazione stanno provocando una massiccia reazione tra gli sviluppatori di giochi e i giochi Unity potrebbero essere maggiormente influenzati da questi cambiamenti controversi.

Sempre su Twitter, Unity ha cercato di chiarire la politica, dicendo che conterà solo le “nuove installazioni nette” su tutti i dispositivi a partire dal 1 gennaio e che gli sviluppatori non pagheranno commissioni su reinstallazioni, installazioni “fraudolente” tramite botnet e simili, versione di prova, web e giochi in streaming e installazioni relative a beneficenza. 

Per certi versi simile al recente dietrofront di Google, anche in questo caso l’azienda ha inoltre affermato che “il 90% dei clienti non sarà interessato da questo cambiamento“. Ma nel caso di Google si parla di aggiornamenti di sicurezza, mentre qui si parla di soldi. E non pochi, visto che il numero di installazioni giornaliere è molto alto.