Italiani e FoodTech: a che punto siamo?

Il FoodTech è sempre più fondamentale per la sostenibilità del settore agroalimentare. Ma quanti italiani lo capiscono davvero?

Arianna De Felice
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Il mondo digitale è ormai sempre più parte di quello del food, dalle applicazioni per prenotare ristoranti o cibo fino ai recenti QRCode per i menù, diventati fondamentali con la pandemia. Ma quanti italiani conoscono e utilizzano davvero tutte le opportunità che il mondo del FoodTech può offrire, specie se relazionato al tema della sostenibilità?

Il mercato del FoodTech in Italia

A inquadrare la situazione italiana è il “Rapporto 2022 sulla Sostenibilità Digitale nell’Agroalimentare” realizzato dall’Istituto Piepoli per la Fondazione per la sostenibilità digitale. Lo studio, realizzato su un campione di poco più di 3.500 italiani, analizza la percezione e l’utilizzo delle tecnologie digitali applicate al settore dell’agroalimentare, focalizzandosi su due aspetti principali: l’esperienza dell’utente e l’impatto del digitale sulle dinamiche e sui risultati economici del settore.

Secondo le analisi pare che, più gli italiani conoscono il rapporto sostenibilità e digitalizzazione, più vogliono saperne del settore FooTtech.
Il Rapporto è basato sul Digital Sustainability Index (DiSI) che indica il livello di consapevolezza da parte degli italiani nell’uso delle tecnologie digitali quali strumenti di sostenibilità. Il DiSI suddivide gli intervistati in quattro profili: sostenibili digitali, sostenibili analogici, insostenibili digitali e insostenibili analogici, e per ciascuno di questi viene calcolato un coefficiente che indica la propensione “consapevole” degli intervistati all’uso del digitale per la sostenibilità.

Parlando di numeri, nello specifico, dalla ricerca emerge, però, un dato allarmante: un italiano su quattro non crede alla trasformazione digitale per la sostenibilità dell’agrifood. Allo stesso modo, un terzo dei cittadini non conosce gli strumenti digitali che gli permetterebbero di saperne di più sui prodotti che consumano (come RFiD o i QRCdoe). C’è poi chi li conosce ma non li utilizza, una percentuale che si aggira attorno al 40%. Tra di loro quelli che ne fa un maggiore utilizzo sono i sostenibili digitali.

Per quanto riguarda il mondo delle app emerge, invece, che: il 55% le utilizza per prenotare ristoranti; il 96% degli italiani non conosce o non utilizza applicazioni utili per la lista della spesa e solo il 5% fa uso di piattaforme di scambio di prodotti in scadenza.

Federico Morgantini Editore

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