Al via la Fase 1 del progetto “Ravenna CCS“, il primo impianto in Italia di Cattura della CO2, nonché di trasporto e Stoccaggio permanente. Realizzato da Eni e Snam, questo progetto vuole contribuire non solo alla decarbonizzazione dei settori industriali, ma anche al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Unione Europea di dotarsi entro il 2030 di una capacità di stoccaggio di CO₂ pari ad almeno 50 milioni di tonnellate per anno.
Cattura della CO2 e Stoccaggio in Italia con Ravenna CCS
Come precisa Eni nel suo comunicato, la Fase 1 di Ravenna CCS si pone come obiettivo quello di catturare, trasportare e stoccare la CO₂ emessa dalla centrale Eni di trattamento del gas naturale di Casalborsetti di Ravenna, stimata in circa 25mila tonnellate per anno.
Una volta catturata, l’anidride carbonica viene trasportata attraverso condotte, prima utilizzate per il trasporto del gas naturale, fino alla piattaforma offshore di Porto Corsini Mare Ovest. E poi viene iniettata nell’omonimo giacimento a gas esaurito dove viene stoccata permanentemente a circa 3000 metri di profondità.
Nei prossimi anni, in corrispondenza della Fase 2, si andrà a sviluppare il progetto su scala industriale, in modo da stoccare fino a 4 milioni di tonnellate l’anno entro il 2030. In linea con gli obiettivi definiti dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (Pniec).
Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, ha dichiarato:
“Un progetto di grande importanza per la decarbonizzazione è diventato realtà industriale. La cattura e lo stoccaggio della CO₂ è una pratica efficace, sicura e disponibile fin da ora per abbattere le emissioni delle industrie energivore le cui attività non sono elettrificabili. Utilizziamo i nostri giacimenti esauriti, le nostre infrastrutture esistenti e il nostro know-how nelle tecniche di reiniezione per offrire un servizio molto competitivo per il quale stiamo riscuotendo un grandissimo interesse. Stiamo affrontando la complessità della transizione energetica con concretezza e determinazione, accrescendo e valorizzando le soluzioni a nostra disposizione per decarbonizzare le nostre attività e i vari ambiti dei sistemi economici e industriali. Dalle rinnovabili ai biocarburanti, dalla CCS alla chimica sostenibile – siamo impegnati a fornire ai nostri clienti una varietà di soluzioni con costante attenzione alla competitività economica e alla domanda reale di chi l’energia la deve utilizzare per lavorare e produrre”.
Obiettivi e risultati di Ravenna CCS
Un altro elemento distintivo del progetto è l’alimentazione dell’impianto di cattura della centrale di Casalborsetti con energia elettrica da fonti rinnovabili. In questo modo l’impianto permetterà di evitare ulteriori emissioni di CO₂.
Inoltre, grazie alla capacità totale di stoccaggio dei giacimenti a gas esauriti dell’Adriatico, i volumi catturati e da immagazzinare nel sottosuolo potranno raggiungere 16 milioni di tonnellate all’anno in base alla domanda del mercato.
Al momento, il progetto sta garantendo un livello di abbattimento superiore al 90% (con punte fino al 96%) della CO₂ in uscita dal camino della centrale, e con una concentrazione di carbonio inferiore al 3% a livello di pressione atmosferica.
Stefano Venier, Amministratore Delegato di Snam, ha dichiarato:
“L’impegno nel progetto Ravenna CCS è parte integrante del nostro piano strategico ed è coerente con la nostra intenzione di porci quale operatore multimolecola per abilitare una transizione energetica giusta ed equilibrata, nell’ambito della quale offrire anche ai soggetti più energivori la possibilità di intraprendere percorsi di decarbonizzazione che ne preservino la competitività. Per farlo, facciamo leva sulle nostre storiche competenze nel trasporto e nello stoccaggio di molecole, con particolare riferimento all’area padana, nella quale siamo già radicati con asset strategici che da decenni sostengono lo sviluppo economico e sociale del Paese. La joint venture con Eni si colloca, peraltro, nella medesima traiettoria di analoghi progetti di interesse europeo a cui partecipiamo attraverso le nostre partecipate in Francia, Grecia e Regno Unito e dai quali ci attendiamo di poter attingere sinergie funzionali al successo di Ravenna CCS”.
Il CCS essenziale per decarbonizzare l’industria pesante
Alla luce delle sue caratteristiche e del potenziale di stoccaggio, il progetto di Ravenna CCS si candida a diventare il polo italiano per la decarbonizzazione delle industrie energy intensive e hard to abate rappresentando un contributo fondamentale per raggiungere gli obiettivi climatici e la neutralità carbonica al 2050.
Non a caso, organizzazioni internazionali come l’Intergovernmental Panel for Climate Change (IPCC), l’International Energy Agency (IEA) e l’International Renewable Energy Agency (IRENA), attribuiscono alla CCUS (Carbon Capture, Utilization and Storage) un ruolo fondamentale nell’ambito di una strategia di decarbonizzazione di medio e lungo termine solida e credibile, e la stessa Unione Europea si è data l’obiettivo di dotarsi entro il 2030 di una capacità di stoccaggio di CO₂ pari ad almeno 50 milioni di tonnellate per anno.
Inoltre, il progetto fornirà una soluzione concreta ed efficace per sostenere la competitività delle attività industriali italiane, inclusi i comparti energy intensive dei distretti emiliano-romagnoli, preservando gli attuali livelli occupazionali e generando al contempo nuovi posti di lavoro ad alta specializzazione attraverso la filiera legata alla realizzazione del progetto.