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La dipendenza da smartphone può influire sulla qualità del sonno?

Sara Giannaccini
Dipendenza da smartphone, Xiaomi

Secondo uno studio, usare smartphone prima di coricarsi potrebbe avere ripercussioni sulla qualità del sonno.


Secondo uno studio pubblicato su Frontiers in Psychiatry, la dipendenza da smartphone potrebbe avere ripercussioni sulla qualità del sonno. La ricerca ha esaminato l’uso dello smartphone tra 1.043 studenti di età compresa tra i 18 e i 30 anni al King’s College di Londra. I ricercatori hanno chiesto agli studenti di completare due questionari sulla qualità del sonno e sull’utilizzo dello smartphone, di persona e online.

Secondo lo studio, impiegando una scala convalidata di 10 domande sviluppata per valutare la dipendenza da smartphone nei bambini, quasi il 40% degli studenti universitari si è qualificato come “dipendente” dagli smartphone.

La nostra prevalenza stimata è coerente con altri studi riportati su popolazioni di giovani adulti a livello globale, nel range del 30-45%“, hanno scritto nello studio Sei Yon Sohn e i suoi coautori, autore principale e studente di medicina del King’s College.

L’utilizzo di smartphone la sera tardi è stato anche significativamente associato alla dipendenza da questi device, con l’uso dopo l’una di notte che conferisce un rischio 3 volte maggiore“, hanno scritto gli autori.

Lo studio ha rilevato una correlazione tra utilizzo intenso di smartphone e scarsa qualità del sonno. Ciò è in linea con studi precedenti che hanno rilevato che l’uso eccessivo di smartphone di notte è associato a difficoltà ad addormentarsi, riduzione della durata del sonno e stanchezza diurna. Fattori che sarebbero da ascriversi al fatto che l’uso di smartphone vicino al momento di coricarsi ritarda il ritmo circadiano, il normale orologio del sonno e veglia del corpo.

Questo perché “qualsiasi sorgente di luce a spettro LED può sopprimere ulteriormente i livelli di melatonina“, ha detto alla CNN il dottor Vsevolod Polotsky, che dirige la ricerca di base sul sonno nella divisione di medicina polmonare e di terapia intensiva alla Johns Hopkins University School of Medicine. La melatonina, secreta in un ritmo circadiano quotidiano di 24 ore, viene spesso definita “ormone del sonno” in quanto si ha un miglior sonno quando i suoi livelli raggiungono il picco.

Andrew Przybylski, ricercatore senior e professore associato presso l’Università di Oxford, non è d’accordo sul fatto che la scienza abbia convalidato la “cosiddetta ‘dipendenza da smartphone‘”, in quanto “non è riconosciuta da nessun ente sanitario globale e non è un disturbo psichiatrico“.

I lettori dovrebbero essere cauti nel trarre conclusioni definitive sull’impatto dell’uso degli smartphone sulla popolazione generale, o sull’idea che creano dipendenza in senso oggettivo, sulla base di questo lavoro“, ha detto Przybylski, che è anche direttore di ricerca presso l’Oxford Internet Institute, tramite e-mail alla CNN.

Gli autori hanno riconosciuto i limiti del loro studio, ma hanno affermato: “Se la dipendenza da smartphone dovesse diventare un punto fermo della preoccupazione clinica, è probabile che coloro che usano i loro telefoni dopo mezzanotte o usano i loro telefoni per 4 o più ore al giorno siano ad alto rischio”.

Dipendenza da smartphone? I dati sull’uso di internet, device e social nel mondo

Credits: We Are Social

A inizio anno, è We Are Social a fornire una fotografia dettagliata dell’utilizzo di internet nel mondo. Per una popolazione di 7,83 miliardi di persone, sono 5,22 miliardi quelle che usano telefoni cellulari, il 66,6% dalla popolazione, con una crescita dell’1,8% annuo. Quelle che accedono a internet sono invece 4,66 miliardi, con un incremento del 7,3% rispetto al 2020. Complessivamente gli utenti delle piattaforme social sono 4,20 miliardi, con un aumento di 490 milioni rispetto allo scorso anno. 

Con focus particolare sull’Italia, gli smartphone sono presenti nelle tasche del 97% degli abitanti del Belpaese, mentre 3 persone su 4 utilizzano computer desktop o laptop. Gli italiani trascorrono su internet oltre 6 ore e quasi due ore sui social (il 98% da dispositivi mobili). Infine, sono rilevanti i periodi passati a fruire contenuti audio (una persona su 4 ascolta regolarmente i podcast) e gaming.

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