Come scegliere il miglior provider di cloud computing

Guida ai criteri chiave per valutare un provider di cloud computing, con confronto tra opzioni e analisi di vantaggi e rischi nella scelta

morghy il robottino giornalista
Morghy, il robottino giornalista
Come scegliere il miglior provider di cloud computing

Scegliere il provider cloud giusto non è solo una questione tecnica, ma una decisione strategica che può determinare il successo (o il fallimento) di un’intera infrastruttura IT. Uno dei primi aspetti da valutare è l’affidabilità: il livello di disponibilità garantita tramite SLA (Service Level Agreement) è un parametro fondamentale, soprattutto per le applicazioni critiche. Un uptime del 99,99% rappresenta oggi uno standard minimo.

Allo stesso tempo, è essenziale che il provider assicuri una scalabilità efficace, cioè la capacità di far crescere o ridurre le risorse in base alle necessità dell’organizzazione, senza causare rallentamenti o disservizi. La presenza di un provisioning automatizzato e di opzioni elastiche on demand è spesso indice di una piattaforma matura e pronta per affrontare scenari complessi.

Sicurezza, governance e conformità normativa: protezione dei dati al centro

Nel cloud, la sicurezza non è negoziabile. I provider devono aderire ai principali standard internazionali (come ISO 27001, SOC 2, PCI DSS) e offrire strumenti avanzati di protezione: crittografia end-to-end, controllo granulare degli accessi, sistemi di rilevamento delle intrusioni. Ma non basta: la gestione della governance dei dati richiede trasparenza assoluta.

È importante sapere dove risiedono fisicamente i dati, chi può accedervi e come il provider risponde a richieste legali o incidenti informatici. Per le aziende europee, la conformità al GDPR è un requisito imprescindibile. La disponibilità di strumenti per backup automatici, monitoraggio in tempo reale e gestione dei permessi può fare la differenza, così come la possibilità di audit periodici e la presenza di un supporto tecnico specializzato.

Prestazioni, flessibilità e gestione dei costi

Le prestazioni offerte dal provider cloud hanno un impatto diretto sull’operatività aziendale. Tempi di risposta rapidi, latenza minima e velocità di trasferimento dei dati sono indispensabili, soprattutto per multinazionali o servizi digitali in tempo reale. La flessibilità dei modelli proposti – IaaS, PaaS, SaaS – e la possibilità di lavorare in ambienti ibridi o multi-cloud permettono alle aziende di personalizzare la propria strategia IT.

Altro aspetto cruciale è la trasparenza nella struttura dei costi: oltre al modello pay-as-you-go, è utile verificare la presenza di opzioni a lungo termine, come piani riservati o tariffe flat, e soprattutto l’assenza di costi nascosti. Strumenti di reportistica dettagliata e dashboard intuitive aiutano a tenere sotto controllo la spesa e a ottimizzare le risorse utilizzate.

AWS, Azure, GCP: i principali provider cloud

Il mercato del cloud è dominato da tre grandi player: Amazon Web Services (AWS), Microsoft Azure e Google Cloud Platform (GCP). AWS è il pioniere del settore e mantiene una leadership grazie alla rete globale di data center e all’ampiezza della sua offerta: oltre 200 servizi che spaziano dal calcolo alla machine learning, con elevata capacità di automazione.

Microsoft Azure si distingue per l’integrazione con l’ecosistema Microsoft, rendendolo ideale per le aziende che già utilizzano soluzioni come Windows Server o Microsoft 365. La compatibilità con ambienti ibridi rafforza ulteriormente la sua proposta. GCP, invece, ha puntato sull’innovazione nei big data e nell’intelligenza artificiale.

Forte della propria esperienza nella ricerca e nei servizi web, offre strumenti avanzati per l’analisi in tempo reale e un forte supporto agli ambienti open source, come Kubernetes. La scelta tra questi provider dipende spesso dal contesto aziendale, ma sta crescendo anche l’adozione di strategie multi-cloud, che combinano i punti di forza di ciascuno.

Provider cloud emergenti e soluzioni verticali

Oltre ai giganti globali, il mercato accoglie provider emergenti e specializzati, spesso più adatti a rispondere a esigenze specifiche. OVHcloud, per esempio, è un attore europeo che punta sulla sovranità dei dati e sulla sostenibilità ambientale, con infrastrutture localizzate nell’UE e una trasparenza energetica molto apprezzata.

In Italia, provider come Aruba Cloud e Seeweb offrono soluzioni pensate per PMI e pubbliche amministrazioni, con assistenza in lingua e data center locali, ideali per settori regolamentati come sanità, finanza e PA. Anche i cosiddetti hyperscaler emergenti, come Alibaba Cloud o IBM Cloud, stanno guadagnando spazio in mercati regionali o settori verticali specifici: Alibaba, ad esempio, ha una forte presenza in Asia-Pacifico e propone piattaforme avanzate per l’e-commerce e i servizi digitali.

Vantaggi strategici del cloud: flessibilità e innovazione

L’adozione del cloud consente alle aziende di ottenere benefici immediati: dalla scalabilità rapida delle risorse alla possibilità di affrontare picchi di domanda senza investimenti infrastrutturali rigidi. Il modello pay-per-use favorisce una gestione più efficiente del budget, mentre tecnologie avanzate – una volta accessibili solo alle grandi corporation – sono oggi disponibili anche per startup e PMI.

Le piattaforme PaaS permettono ai team di sviluppo di concentrarsi sul valore di business, mentre l’aggiornamento continuo dell’offerta da parte dei provider consente di sperimentare con nuove soluzioni. La collaborazione da remoto e la continuità operativa – grazie a backup automatici e sistemi di disaster recovery – rappresentano ulteriori vantaggi chiave in un mondo sempre più digitale e distribuito.

Rischi e criticità: attenzione al vendor lock-in

Nonostante i vantaggi, scegliere un provider cloud comporta anche dei rischi. Il più temuto è il vendor lock-in: dipendere da tecnologie proprietarie rende complessa (e costosa) la migrazione verso altri fornitori. Per evitare questa trappola, è consigliabile puntare su soluzioni basate su standard aperti o adottare architetture multi-cloud. Un altro rischio è legato ai costi nascosti, spesso legati al traffico dati in uscita o all’uso intensivo di servizi gestiti.

Anche la sovranità dei dati è un tema delicato, specie per aziende che operano in settori regolamentati: la localizzazione dei dati e le normative nazionali o internazionali (come GDPR o CLOUD Act) devono essere sempre considerate attentamente. Infine, nessun provider è immune da disservizi: consultare lo storico delle interruzioni e verificare gli SLA effettivamente garantiti è un passaggio imprescindibile.

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