Con il termine startup si identifica la fase iniziale per l’avvio di una nuova impresa, cioè quel periodo nel quale un’organizzazione cerca di rendere redditizia un’idea attraverso alcuni processi ripetibili e scalabili.
La definizione di startup
La denominazione circola dal 2012 quando è stato emanato il Decreto Crescita 2.0 che definiva le startup innovative, unite tra di loro da un unico comune denominatore: la scalabilità. Una startup innovativa, infatti, cerca soluzioni e strategie ripetibili che le consentano di crescere, potenzialmente, all’infinito.
Inizialmente il termine veniva usato unicamente per indicare la fase di avvio di aziende nel settore internet o tecnologie dell’informazione. Successivamente il termine è diventato sinonimo di ciò che in Borsa viene chiamato matricola. Spesso queste società vengono gestite con un approccio di tipo Lean Startup e Minimum Viable Product (MVP). Il piano di startup è un prospetto che evidenzia determinati costi tipici dei primi dodici mesi di attività, ovvero del periodo in cui si affrontano costi certi a fronte di ricavi incerti, nonché l’ammontare del capitale proprio che si intende investire nell’azienda.
Per crescere ogni giovane realtà porta avanti degli obiettivi che deve raggiungere aiutata anche dalle call for startup dedicate e dagli investitori. Una volta che la startup raggiunge la valutazione di un miliardo di dollari si dice che diventa un Unicorno. In Italia, tra le ultime a conquistarsi questo titolo, vi è Satispay.
Secondo il rapporto trimestrale del Ministero dello Sviluppo Economico, a luglio 2021, le startup innovative in Italia erano 13.582 con una crescita di circa 8,1% rispetto al trimestre precedente.