Sparito DeepSeek, l’app non è più disponibile in Italia sugli store

All’improvviso DeepSeek è scomparso, e non risulta più disponibile né su Google Play né su App Store. Ma cosa succede?

Redazione

Stop DeepSeek. Diversi utenti stanno segnalando la scomparsa dell’app DeepSeek in Italia, il nuovo chatbot AI cinese che sta sconvolgendo il mondo. Oltre a non risultare più disponibile su Google Play, l’app DeepSeek è scomparsa anche sull’App Store di Apple.

DeepSeek non è più disponibile: cosa succede

Stando a quanto riportato da diversi siti online, tra cui Fanpage, l’app AI Deepseek non è più disponibile al momento sulle versioni italiane dell’App Store di Apple e di Google Play. Ma si attendono ulteriori sviluppi per capire se la stessa decisione verrà applicata anche in altri Paesi. Stando al Corriere della Sera, al momento, DeepSeek rimane accessibile via web in Italia, “anche se va a rilento e spesso genera messaggi di errore per sovraccarico dei server“.

DeepSeek su Google Play (ore 15.25)

Se la notizia venisse confermata, sarebbe un epilogo sorprendente per questa app, che negli ultimi giorni ha agitato i mercati globali dell’intelligenza artificiale, oltre agli stessi store online. Si tratta infatti di un modello AI sviluppato con un investimento inferiore ai 6 milioni di dollari, una somma irrisoria rispetto ai budget miliardari delle aziende occidentali.

Come sottolinea Fanpage, il lancio di Deepseek ha portato a una reazione negativa sui mercati finanziari, con il crollo delle azioni tecnologiche e dubbi sulla sostenibilità degli ingenti investimenti delle big tech statunitensi, come il progetto Stargate.

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Perché DeepSeek è sparito?

Le ragioni di questa scomparsa restano ancora sconosciute. Tuttavia, appena un giorno prima della rimozione, il Garante della Privacy aveva annunciato di aver richiesto ulteriori informazioni a Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le aziende sviluppatrici di DeepSeek.

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l’Autorità per la Privacy aveva espresso preoccupazioni sulla gestione dei dati personali, e aveva chiesto alle due società quali informazioni vengano raccolte, da quali fonti, con quali finalità, su quale base giuridica avvenga il trattamento e se i dati siano conservati su server situati in Cina.

Inoltre, il Garante ha chiesto alle società dettagli sul tipo di dati utilizzati per addestrare il sistema di intelligenza artificiale. Se le informazioni personali vengono ottenute tramite web scraping, le aziende dovranno spiegare in che modo gli utenti – registrati e non – siano stati informati sul trattamento dei loro dati. Sempre il Corsera riferisce che le risposte dovranno pervenire entro 20 giorni.

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