Apple rafforza la propria strategia sull’intelligenza artificiale con un’iniziativa che promette di migliorare l’efficienza dei suoi modelli linguistici senza compromettere la privacy degli utenti. L’azienda ha annunciato un nuovo sistema di analisi dei dati presenti sui dispositivi – come email e messaggi – che viene però eseguito interamente in locale, offrendo così una via alternativa rispetto all’approccio dei concorrenti come OpenAI o Google, noti per utilizzare dati centralizzati su larga scala. Il nuovo metodo entrerà in funzione con i prossimi aggiornamenti di iOS, iPadOS e macOS, e rappresenta un passaggio cruciale nella costruzione di una Apple Intelligence più capace e rispettosa della riservatezza.
Dati sintetici e confronto con contenuti reali
Per anni Apple ha evitato l’utilizzo diretto di contenuti autentici degli utenti, preferendo addestrare i propri modelli linguistici attraverso dati sintetici. Questi contenuti, generati artificialmente per simulare testi reali, erano considerati una soluzione efficace per rispettare la privacy. Tuttavia, questa scelta ha mostrato limiti evidenti: la mancanza di dati autentici ha prodotto modelli meno accurati, con difficoltà soprattutto nella comprensione contestuale e nella generazione di riassunti.
La nuova strategia di Apple introduce un confronto controllato tra dati sintetici e un numero limitato di email effettivamente presenti nei dispositivi, esclusivamente all’interno delle app Mail. Il processo, che avviene interamente in locale, serve a identificare quali frammenti di testo generati artificialmente somigliano di più a quelli autentici. Questo consente di migliorare strumenti come la generazione automatica di testi, i riassunti dei messaggi o delle notifiche, aumentando la precisione senza che le informazioni escano mai dal dispositivo dell’utente.
Analisi locale e tecnologie firmate Apple per la tutela della privacy
Cuore della nuova strategia è la promessa di Apple di non raccogliere né trasferire alcun dato personale ai propri server. Tutto avviene in locale, sfruttando la potenza dei dispositivi recenti per analizzare i contenuti senza comprometterne la riservatezza. È un approccio in linea con l’identità del brand, che da anni insiste sul binomio innovazione e privacy.
Apple afferma di impiegare anche la “differential privacy”, una tecnologia capace di identificare pattern frequenti nei comportamenti degli utenti senza risalire ai dati individuali. È il principio che sta dietro a funzioni come Genmoji, la creazione di emoji personalizzate. Se più utenti chiedono, ad esempio, un’emoji di un dinosauro con una valigetta, il sistema capisce che quella richiesta è popolare, ma protegge le richieste più rare, impedendo che vengano tracciate o associate a singole persone.
Evoluzione di Apple Intelligence e gestione dei modelli
La nuova metodologia si applica ai foundation models che costituiscono la base della Apple Intelligence, l’insieme delle funzionalità AI integrate nei sistemi operativi. Oltre ai dati sintetici, Apple continuerà a utilizzare dati pubblici reperiti online e licenze di contenuti di terze parti, sempre però con filtri progettati per eliminare informazioni sensibili. L’obiettivo resta quello di identificare tendenze generali, non casi individuali.
Strumenti come Image Playground, Image Wand, Memories Creation e Visual Intelligence beneficeranno anch’essi di questo approccio: l’azienda punta a migliorare la qualità delle risposte e dei risultati visivi, sfruttando la somiglianza con contenuti reali, ma restando fedele alla promessa di privacy. Tutti questi miglioramenti saranno attivi solo per chi ha attivato esplicitamente l’opzione “analisi del dispositivo” nelle impostazioni di Privacy e sicurezza.