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Telegram ancora nel caos: la disinformazione sulla guerra arriva dal social di Durov

Telegram sotto accusa: il 42% delle fake news sulla guerra Russia-Ucraina proviene dall’app, secondo un’indagine di NewsGuard

Redazione
Telegram

A fine agosto Telegram è finito nel mirino dei media a causa dell’arresto del suo CEO Pavel Durov avvenuto in Francia. Il motivo riguarda lo scarso controllo e mediazione dei contenuti che vengono condivisi proprio sul social media. Ora a distanza di giorni e col CEO agli arresti domiciliari, spunta un nuovo caso di mala organizzazione di ciò che circola su Telegram. Secondo NewsGuard, infatti, quasi la metà dei contenuti fake circolati in rete relativi alla guerra in corso tra Russia e Ucraina arriva proprio da Telegram.

I contenuti fake viaggiano su Telegram

Telegram è un’app di messaggistica nota per il suo impegno nei confronti della privacy, che l’ha resa popolare tra gli utenti che preferiscono piattaforme con una supervisione minima.

Ma proprio questo poco controllo la sta mettendo sempre più nei guai dato che, secondo l’indagine di NewsGuard, il 42% della disinformazione sulla guerra tra Russia e Ucraina proviene proprio da Telegram. Andando a vedere l’indagine nel dettaglio, emerge che dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina nel febbraio 2022, NewsGuard ha smentito 243 narrazioni false o fuorvianti relative al conflitto. Delle 243, NewsGuard è stata in grado di identificare le origini di 117 di esse. Di queste 50 sono nate proprio su Telegram.

Tra le notizie false nate sull’app di messaggistica rivale di WhatsApp vi sono: un video del presidente ucraino Volodymyr Zelensky in una conference call mostra della cocaina sulla sua scrivania; la notizie che il presidente francese Emmanuel Macron ha annullato il suo viaggio a Kiev previsto per febbraio 2024 perché l’intelligence ucraina stava progettando di assassinarlo; giovani diciassettenni che stavano essere arruolate dall’esercito ucraino; un documento che testimonia che la NATO voleva dichiarare guerra alla Russia e molto altro.

Per saperne di più: Social media: cosa sono e come utilizzarli per il marketing

Newsguard ha poi affermato che ben diciannove di questi video diventati poi virali erano stati concepiti per imitare i credibili organi di informazione occidentali, usando questa maschera per diffondere falsità sulla guerra. Nello specifico sei di questi video imitavano chiaramente la BBC.

A diffondere queste fake news sembrerebbero essere state varie fonti tra le quali spiccano il canale ufficiale del Ministero della Difesa russo, influencer pro-Cremlino e politici pro-Cremlino ucraini.

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