Le nuove tecnologie sono sempre più fondamentali in qualsiasi ambito, persino quello legato alla sanità. Se la telemedicina è ormai un vantaggio ben noto a tutti, medici e pazienti, ora anche i robot popolano sempre più i corridoi e le sale d’ospedale.
La Robot-terapia
La Fondazione Ospedale Salesi onlus di Ancona era già nota per l’impiego di umanoidi. Per quattro anni, infatti, Nao Estrabot si è occupato di aiutare i piccolo pazienti a rilassarsi. Ora, all’equipe medica, si aggiunge anche Sally, l’umanoide che, grazie all’intelligenza artificiale, riesce ad adattarsi alle reazioni emotive dei bambini. Il piccolo robot, che altri non è che Pepper ma ribattezzato Sally da una giovane paziente, alla fine della sua fase di test, verrà impiegato in maniera stabile e intensiva nei reparti di Chirurgia Pediatrica e Anestesia e Rianimazione come riporta Ansa.
Il compito di Sally sarà quello di aiutare i piccoli pazienti a rilassarsi e a superare ansie e timori prima di entrare in sala operatoria.
Gli umanoidi per la riabilitazione
A Roma, alla Fondazione Santa Lucia, invece, i robot RoBee della Oversonic aiutano gli specialisti medici ad accelerare il recupero cognitivo dei pazienti che hanno subito un ictus.
L’umanoide, infatti, affiancherà neuro-psicologi e logopedisti nelle attività più praticate per la riabilitazione dagli esercizi di memoria fino a quelli del linguaggio. Infine, verranno testate le funzionalità di questi robot avanzati in reparto per la rilevazione dei parametri vitali, la segnalazione di eventuali emergenze e l’assistenza al paziente.
«I “robot sociali” sono destinati a divenire parte integrante della nostra vita – afferma Fabio Puglia, presidente di Oversonic – A differenza dei robot di servizio autonomi, capaci di svolgere un numero limitato di compiti senza la supervisione umana, questi nuovi sistemi presentano abilità avanzate di manipolazione di oggetti e processi cognitivi simil-umani. Attraverso “interfacce multi-modali”, che combinano l’uso del linguaggio, dei gesti, delle espressioni facciali, RoBee è in grado di apprendere i comportamenti, per poi muoversi in autonomia: rappresenta il futuro di una tecnologia che non sostituisce l’essere umano ma mira ad essere efficace supporto e sostituzione solo per le operazioni più gravose e a rischio».
Federico Morgantini Editore