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L’e-commerce europeo continua a crescere, nonostante la crisi globale

Nonostante la crisi energetica e geopolitica, il settore dell’e-commerce in Europa non è mai stato così florido come oggi

morghy il robottino giornalista
Morghy, il robottino giornalista
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Nonostante la crisi, l’e-commerce europeo non sta affatto male. Per tutto il 2022, l’Europa ha risentito pesantemente dell’impatto della guerra di aggressione russa in Ucraina. Non ultimo l’elevato tasso di inflazione che ha esercitato una pressione al ribasso sul potere d’acquisto dei consumatori.

Eppure l’e-commerce ha registrato un fatturato davvero notevole. Il tutto davanti alla prospettiva che i leader europei possano adattare il panorama normativo alle sfide e alle opportunità poste dalla transizione digitale e green.

L’e-commerce cresce sempre di più: i dati di Ecommerce Europe e EuroCommerce

Ecommerce Europe ed EuroCommerce hanno pubblicato oggi congiuntamente il Report europeo sull’e-commerce 2023. Ma verrà presentato ufficialmente il Report sul commercio elettronico europeo 2023 nel corso di un webinar che si terrà il 25 settembre alle 11.

Nel 2022, il valore del fatturato dell’e-commerce B2C europeo è cresciuto da 849 miliardi di euro nel 2021 a 899 miliardi di euro. E questo nonostante il cambiamento del contesto economico e politico. Sebbene il tasso di crescita per il 2022, pari al 6%, sia inferiore a quello del 2021 (12%), il settore continua a progredire e si prevede che continuerà a crescere nel 2023.

Per saperne di più: E-commerce: come funziona lo shopping online, vantaggi e opportunità

Luca Cassetti, Segretario Generale di Ecommerce Europe, ha commentato: “Il 2022 ha segnato il 30° anniversario del mercato unico dell’UE e, se da un lato Ecommerce Europe riconosce gli importanti passi avanti compiuti nel corso degli anni, dall’altro vediamo che le imprese si trovano ancora di fronte a barriere significative, soprattutto in relazione alle vendite transfrontaliere. La politica ha la responsabilità di ridurre la frammentazione del mercato e di eliminare la burocrazia per le operazioni commerciali transfrontaliere. La progettazione di politiche a prova di futuro e neutrali rispetto ai canali, in grado di adattarsi all’evoluzione delle aspettative delle aziende e dei consumatori tenendo conto delle realtà aziendali, sarà fondamentale quando inizierà il prossimo ciclo dell’UE“.

L’inflazione al centro della crescita

Il report sottolinea che l’aumento dei prezzi sia stato il principale fattore di crescita del fatturato dell’e-commerce in diversi Paesi europei. Tuttavia, i livelli più bassi di volume sono stati in parte compensati da un aumento degli acquisti di servizi online (ad esempio, viaggi). La stessa Christel Delberghe, direttore generale di EuroCommerce, ha affermato come l’inflazione sia centrale nello sviluppo del settore.

“Il percorso del consumatore sta cambiando rapidamente e la combinazione di interazione online e offline è diventata la nuova normalità. Nel 2022, con l’inflazione alle stelle, i consumatori sono diventati molto più sensibili ai prezzi. Cercano sempre più di risparmiare e lo fanno anche confrontando e diversificando i canali di acquisto online e offline. Prevediamo che le vendite online continueranno a crescere nei prossimi anni, raggiungendo, secondo le stime, il 30% delle vendite al dettaglio entro il 2030. Essere presenti online è diventato vitale per molti rivenditori, soprattutto per le aziende più piccole”.

Per illustrare l’impatto significativo dell’inflazione sul settore, il report di quest’anno ha aggiunto numeri di crescita calibrati sull’inflazione per l’Europa e tutte le sue regioni. Nel 2021, la crescita dell’e-commerce europea calcolata in base all’inflazione era ancora molto forte (+9%). Ma è crollata nel 2022 a causa dello shock inflazionistico, riducendosi per la prima volta in assoluto (-2%).

Le uniche regioni che non hanno registrato un calo dell’e-commerce nel 2022 sono state l’Europa orientale (+5%) e l’Europa meridionale (+13%). Nel 2023, l’e-commerce ha iniziato a riprendersi grazie al calo dell’inflazione, il che porta a prevedere un ritorno di crescita nel 2023 (+2%).

La necessità del progresso tecnologico

Il report identifica inoltre i progressi tecnologici (ad esempio 5G, AR/VR e portafogli digitali) e le nuove soluzioni di acquisto (ad esempio SaaS) come fattori che favoriscono una maggiore penetrazione dell’e-commerce. E, quindi, come un’opportunità per attenuare i divari regionali.

Un altro aspetto emerso dal report è la crescente domanda di un e-commerce più sostenibile, che dovrebbe basarsi su consegne e resi più efficienti, nonché su modelli di consumo e produzione più ecologici. Nel complesso, i risultati principali del report suggeriscono che il settore sta sviluppando la resilienza necessaria per superare le molteplici sfide del nostro tempo.

Roberto Liscia, Presidente di Netcomm ed Executive Board Member di Ecommerce Europe ha commentato: “Secondo l’E-Government Development Index, che di fatto misura la volontà e la capacità dei Governi di implementare tecnologie per fornire servizi pubblici, l’Italia occupa il 37esimo posto, preceduta da Grecia e Polonia, ed è ben distante dalle prime posizioni occupate da Paesi come Danimarca, Finlandia, Islanda, Svezia, Paesi Bassi e Regno Unito. Una evidenza, questa, che non può passare inosservata e che mette i nostri policymaker di fronte all’urgenza di favorire l’adozione di tecnologie e soluzioni digitali a favore di tutti i cittadini e le imprese del nostro Paese. I vantaggi economici e occupazionali che derivano dal digitale sono ormai un dato di fatto, e i numeri sul comparto del digital retail ne sono una ulteriore dimostrazione: l’intera catena del valore di questo comparto è infatti il primo driver di crescita dell’economia italiana con un valore di ben 71 miliardi di euro, 723 mila imprese coinvolte e circa 378 mila lavoratori occupati”.

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