EY, Manpower Group e Sanoma Italia hanno presentato la nuova edizione dello studio predittivo “Il futuro delle competenze nell’era dell’Intelligenza Artificiale”. Ne è emerso che, neanche a dirlo, le professioni tecnologiche e informatiche sono in continua crescita. Ma ecco come l’AI influirà sulle professioni di domani.
Crescono i lavori dedicati all’AI e al tech
Visto l’aumento della capacità della tecnologia di intelligenza artificiale è normale chiedersi se andrà a sostituire l’uomo nelle sue mansioni lavorative. Secondo le analisi svolte la risposta è duplice. La domanda di lavoro continuerà infatti a crescere in Italia anche se dal 2024 la crescita rallenterà e dal 2027 questo avverrà in maniera più significativa proprio in corrispondenza della diffusione sempre più importante dell’adoption di soluzioni di IA generativa e robotica avanzata nelle aziende. L’AI, in particolare, avrà un impatto negativo per i profili professionali a livello di qualifica media: tecnici, conduttori d’impianti, lavoratori della logistica, chi svolge mansioni d’ufficio che hanno a che fare con la gestione dei dati.
Allo stesso tempo, però, la domanda di lavoro aumenterà in 9 settori di attività su 23. Tra questi vi sono alcuni settori tecnologicamente maturi (telecomunicazioni, public utilities, chimica), ma anche settori legati alla trasformazione dei servizi e delle competenze (servizi di cura, servizi di educazione, formazione e lavoro). Tra quelli in cui si prevede che la domanda di lavoro aggregata diminuirà, si trovano settori come banche e assicurazioni, che hanno da tempo intrapreso un percorso di ristrutturazione legato all’uso delle tecnologie dei dati.
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Nello specifico l’analisi ha evidenziato che le figure professionali più richieste sul mercato dell’AI nel futuro saranno ingegneri e fisici (+7%), ma anche analisti di mercato, psicologi del lavoro e della formazione (+3%), e anche profili ad alto contenuto creativo come architetti, progettisti, pianificatori ed esperti di marketing e vendite (+5%).
“I risultati emersi dallo studio confermano come, in generale, la domanda di lavoro si sposterà sempre di più verso profili a qualifica alta e molto alta, in molti casi con skillset ibridi tecnologici e di settore, ad esempio nella ricerca e sviluppo, nel marketing, nell’ambito della sostenibilità energetica. Prevediamo che nel prossimo decennio i profili la cui domanda registrerà una maggior crescita sono sì legati alla pervasività della tecnologia, ma anche alla progettazione di nuovi modelli di lavoro e di collaborazione tra le persone. Non soltanto la relazione tra “uomo-macchina” evolverà strutturalmente, ma vedremo nuove forme di lavoro a distanza e diverse opportunità di collaborazione nelle catene del valore e tra ecosistemi interconnessi. In definitiva, la cosiddetta sfida dello “human-in-the-loop” richiede che dovranno essere sempre gli umani a governare lo schema di gioco e, ancora più importante, a definire gli orizzonti di significato del valore del lavoro”, ha dichiarato Donato Ferri, Managing Partner EY Consulting Europe West.