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Eurojust ha bloccato malware che rubava dati a milioni di utenti nel mondo

L’agenzia UE Eurojust ha bloccato i server dei malware infostealer RedLine e Meta, che avevano preso di mira milioni di utenti nel mondo

Redazione

Un’importante operazione internazionale coordinata da Eurojust, l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale, ha permesso di bloccare l’attività dei server dei malware infostealer RedLine e Meta, due delle più grandi piattaforme di raccolta dati per scopi criminali.

RedLine e Meta, server infostealer in cerca di dati personali

L’operazione compiuta da Eurojust ha permesso di abbattere i server di infostealer RedLine e Meta,

“[…] un tipo di malware utilizzato per rubare dati personali e condurre crimini informatici in tutto il mondo”. 

Sfruttando questi server, i cybercriminali sono riusciti nel tempo a sottrarre dati come nomi utente, password, indirizzi di residenza, e-mail, e numeri di telefono. E persino dati finanziari, come i dettagli dei portafogli di criptovalute, precisa Wired.

Una volta acquisiti, questi dati vengono spesso venduti nel dark web. O utilizzati direttamente per compiere furti di denaro, frodi o per alimentare ulteriori attacchi informatici.

L’impatto di RedLine e Meta è stato notevole: questi malware, come sottolinea Eurojust nella nota ufficiale

“[…] hanno preso di mira milioni di utenti in tutto il mondo, diventando una delle più grandi piattaforme di malware a livello globale”.

L’indagine e il blitz internazionale di Eurojust

L’operazione di contrasto è partita dopo che alcune vittime e una società di sicurezza informatica avevano segnalato alle autorità la possibile esistenza di server nei Paesi Bassi collegati a software infostealer. Le indagini, condotte in stretta collaborazione tra Eurojust e le autorità di diversi paesi, hanno rivelato che oltre 1.200 server in decine di nazioni ospitavano i malware RedLine e Meta.

Eurojust ha quindi coordinato un intervento su vasta scala, coinvolgendo le forze dell’ordine di Paesi Bassi, Stati Uniti, Belgio, Portogallo, Regno Unito e Australia. L’operazione ha avuto esiti significativi:

“[…] tre server sono stati abbattuti nei Paesi Bassi, due domini sono stati sequestrati, gli atti di accusa sono stati desecretati negli Stati Uniti e due persone sono state prese in custodia in Belgio”.

Oltre alla rimozione dei server infetti, Eurojust ha adottato misure aggiuntive per dissuadere i responsabili dei crimini legati ai malware. Dopo il blitz, le autorità hanno pubblicato un videomessaggio rivolto direttamente ai presunti autori, sottolineando il loro impegno a fermare queste attività dannose. Inoltre, gli investigatori hanno recuperato un database di clienti di RedLine e Meta, il quale potrebbe rivelarsi una risorsa preziosa per identificare ulteriori responsabili.

In un’ulteriore mossa preventiva, Eurojust avviato del lancio di uno strumento di verifica che permetta a chiunque tema di essere stato vittima di infostealer di verificare se i propri dati personali siano stati compromessi.

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