AI sostenibile: nuovo sistema permette di ridurre l’impatto dei data center (e di prolungare la vita ai server)

Sviluppato dall’Università di California (Riverside) un nuovo sistema AI che ottimizza l’energia per tagliare le emissioni e prolungare la vita dei server nei data center

Redazione

L’ascesa dell’intelligenza artificiale sta trasformando la società, ma il suo impatto sull’ambiente è sempre più evidente. Ogni risposta di un chatbot, raccomandazione video o immagine generata dall’AI richiede enormi quantità di energia e acqua, gran parte delle quali derivano ancora da combustibili fossili. I data center, che ospitano milioni di computer in funzione continua, consumano più energia di interi Paesi, e con il crescente utilizzo dell’AI, le emissioni stanno salendo a ritmi preoccupanti. Uno progetto innovativo dell’Università della California a Riverside (pubblicato sulla rivista MRS Energy and Sustainability) propone ora una soluzione per ridurre l’inquinamento e prolungare la vita dei server che alimentano questi sistemi.

Federated Carbon Intelligence: un approccio intelligente alla sostenibilità

Stando a Interesting Engineering, i ricercatori hanno sviluppato Federated Carbon Intelligence (FCI), un sistema progettato per ottimizzare sia le emissioni sia la gestione dell’hardware nei grandi data center. A differenza delle strategie tradizionali, che si limitano a spostare i carichi di lavoro verso periodi in cui l’energia è più pulita, FCI combina dati ambientali in tempo reale con informazioni sullo stato fisico di ogni server, instradando le operazioni in modo strategico ed efficiente.

Il principio alla base di FCI è semplice ma efficace: monitorare costantemente età, temperatura e stato di usura dei server, evitando di sovraccaricare quelli già stressati. In questo modo si prevengono guasti e si riduce la necessità di raffreddamento intensivo, che è tra le voci di consumo più energivore.

La sostenibilità nell’AI non si ottiene solo con l’energia pulita,” spiega Mihri Ozkan, coautrice dello studio. “I sistemi di AI invecchiano, si surriscaldano e la loro efficienza varia nel tempo, generando un costo di carbonio significativo.” Le simulazioni condotte dal team mostrano che l’adozione di FCI potrebbe ridurre le emissioni di CO₂ fino al 45% in cinque anni, e aumentare di 1,6 anni la vita operativa media dei server.

Prolungare la vita dei server per un impatto reale

Questo approccio offre un duplice vantaggio: riduce le emissioni immediate e minimizza l’impatto ambientale nascosto legato alla produzione di nuovi server.

Integrando la salute dell’hardware con i dati sull’intensità di carbonio, il sistema instrada i carichi di lavoro in modo da proteggere le macchine e ridurre le emissioni,” afferma Cengiz Ozkan, coautore della ricerca. Evitare la sostituzione prematura dei server significa diminuire la produzione di nuovi componenti, un processo ad alto impatto ambientale.

FCI decide dinamicamente dove e quando ogni task di AI deve essere eseguito, basandosi su dati aggiornati riguardanti carichi di lavoro, intensità carbonica dell’elettricità e condizioni dei server. L’adozione di questa tecnologia non richiede nuovi hardware, ma soltanto una gestione più intelligente dei sistemi già esistenti.

I ricercatori puntano ora a collaborare con provider cloud per testare FCI nei data center attivi, un passo cruciale considerando la rapida crescita della domanda di AI.

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