Da tempo l’Unione Europea s’è mossa sulla protezione dei dati degli utenti con due leggi: il Digital Services Act, e il Digital Market Act.
Con una recente circolare UE, saranno introdotte nuove regole in un quadro normativo unico e uniforme in tutta l’Unione europea in materia di trasparenza e responsabilità delle piattaforme online. L’obiettivo è quello di accrescere e rendere più efficace la tutela degli utenti e dei loro diritti fondamentali online.
Digital Services Act e Digital Market Act: l’illegale è ora anche online
Un recente reel di nootso su Instagram ha fatto riaccendere la questione, in merito anche alla circolare n. 17 del 12 giugno 2023 dal titolo “Mercato unico dei servizi digitali: il Digital Services Act” in merito al regolamento (UE) 2022/2065, relativo al mercato unico dei servizi digitali (Digital Services Act – DSA) e dei mercati digitali (Digital Market Act – DMA).
Essi mirano a regolare le attività delle piattaforme online garantendo maggiore trasparenza e concorrenza nel mercato digitale. Il primo, il Digital Services Act (DSA), è una legge che mira a regolare il mondo digitale e a garantire una maggiore sicurezza e trasparenza per gli utenti online. Questa nuova normativa, che sta attirando l’attenzione di esperti e operatori del settore, è stata pensata per affrontare le problematiche legate alla diffusione di contenuti illegali e dannosi online.
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Mentre il Digital Markets Act impedisce alle piattaforme digitali che abusino della loro posizione dominante per ostacolare la concorrenza con effetti negativi in termini di proliferazione di pratiche sleali a scapito di utenti commerciali e consumatori (ovvero i gatekeepers , come i social network, servizi di messaggistica e condivisione di video).
Cosa cambia per i social network
Il DSA e il DMA si basano sul principio che ciò che è illegale offline deve essere considerato illegale anche online. Questo significa che, se un’attività o un comportamento è vietato o sanzionato nella vita reale, lo stesso dovrebbe valere anche nel contesto digitale. Ad esempio, la diffusione di materiale pedopornografico, la promozione dell’odio e della violenza o la vendita di prodotti contraffatti sono attività illegali sia offline che online.
Nel caso commerciale, come i negozi nei confronti delle piattaforme social, se il DSA si propone di disciplinare i servizi digitali e innovativi, il DMA punta a creare un mercato digitale più competitivo, prevenendo le condotte manipolatorie dei gatekeepers, ovvero delle grandi imprese in posizione dominante che contribuiscono ad innalzare barriere all’ingresso del mercato digitale.
Tuttavia, il DSA e il DMA hanno suscitato anche alcune critiche. Alcuni sostengono che le regole previste dalla legge potrebbero limitare la libertà di espressione online e creare un ambiente di censura. Altri ritengono che le piattaforme digitali non debbano essere responsabili per i contenuti pubblicati dagli utenti, ma che spetti agli utenti stessi assumersi la responsabilità delle proprie azioni online.
Sul piano commerciale, come ha fatto notare Amazon alla Commissione Europea, farsi etichettare come un gatekeepers o una VLOP (Very Large Online Platform) sarebbe riduttivo rispetto alle reali entrate dell’azienda. E anche al rischio di doversi sottoporre ad un sistema sanzionatorio mostruoso, pari al 6% del fatturato annuo globale. Nel suo caso una sanzione nell’ordine dei 30 miliardi di dollari.
Alcune specifiche disposizioni sono già applicabili dal 16 novembre 2022. La maggior parte delle disposizioni del DMA è applicabile dal 2 maggio 2023. Occorrerà attendere, invece, il 17 febbraio 2024 per l’applicabilità di quasi tutte le norme del DSA.