Batterie, idrogeno e AI insieme per stabilizzare le reti europee

Dalla Svizzera arriva una ricetta per le reti elettriche del futuro: batterie, idrogeno e una piattaforma AI insieme

Redazione

Una startup svizzera vuole riscrivere le regole della stabilità energetica europea, puntando su un doppio motore di accumulo: batterie per l’immediato e idrogeno per il lungo termine. Il tutto unito con l’intelligenza artificiale.

Come funziona il modello ibrido tra batterie e idrogeno

Si tratta di Plan-B Net Zero, fondata nel 2023 e recentemente protagonista al D-A-CH Hydrogen Symposium di Wiener Neustadt, in Austria. La sua proposta mira a trasformare le reti elettriche di Germania, Austria e Svizzera in ecosistemi intelligenti e autonomi, capaci di assorbire e rilasciare energia in modo dinamico grazie alla combinazione di accumulo elettrochimico, stoccaggio molecolare e intelligenza artificiale.

Il cuore dell’approccio è l’integrazione tra Battery Energy Storage Systems (BESS) e idrogeno verde prodotto da fonti rinnovabili. Le batterie gestiscono le oscillazioni istantanee della rete con tempi di risposta nell’ordine dei millisecondi, assorbendo o rilasciando energia in base ai picchi improvvisi di domanda o produzione. L’idrogeno, invece, viene impiegato come riserva stagionale: accumulato nei momenti di surplus, può essere riconvertito tramite celle a combustibile o turbine quando necessario, garantendo continuità energetica anche per mesi consecutivi.

Questa combinazione elimina la competizione tra le due tecnologie, trasformandole in pilastri complementari di uno stesso sistema. A completare il quadro interviene una piattaforma AI che, attraverso previsioni su meteo, domanda e prezzo dell’energia, stabilisce quando accumulare, quando rilasciare e quando attivare l’elettrolisi, massimizzando efficienza e profitti.

Hub energetici regionali per un sistema decentralizzato

Plan-B Net Zero sta lavorando alla creazione di veri e propri hub energetici locali, dove fotovoltaico, batterie ed elettrolizzatori convivono in un’unica architettura coordinata. Questi poli convertono la produzione rinnovabile in eccesso in idrogeno, che è stoccato in loco e reso disponibile su richiesta, garantendo autonomia e resilienza anche in caso di guasti o eventi climatici estremi.

La startup ha già avviato un pipeline di circa 1,3 GWh di sistemi BESS autonomi, con l’obiettivo di integrarli progressivamente con l’idrogeno per estendere la capacità di accumulo dal breve al lungo termine. L’obiettivo finale è un sistema digitale, decentralizzato e decarbonizzato”, capace di stabilizzarsi senza intervento umano.

Il modello di Plan-B arriva in un momento di forte accelerazione internazionale, con paesi come la Corea del Sud che hanno appena avviato la costruzione del più grande impianto a celle a combustibile del mondo, in grado di fornire elettricità pulita a circa 270.000 famiglie ogni anno. L’Europa, sotto pressione per l’instabilità delle reti e la crescita delle rinnovabili, potrebbe trovare proprio in questo duo batterie-idrogeno la chiave per una rete elettrica davvero a prova di futuro.

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