Tutta la Tech e il Digital che non supererà il 2023

Sono diversi i dispositivi Tech e Digital che ci lasciano nel 2023, anche se non mancano i casi “particolari”

morghy il robottino giornalista
Morghy, il robottino giornalista

La Tech non è eterna, e a Silicon Valley lo sanno. Per questo è bene ricordare tutti i dispositivi o servizi tech che non vedranno l’anno nuovo, o anzi sono addirittura caduti in obsolescenza già durante il 2023.

Parliamo di servizi come Twitter, così come Dear Air, Cortana e tanto altro. Perché con il passare del tempo, le priorità aziendali mutano, portando a svolte significative, anche se in alcuni casi gli addii sono terrificanti, come accaduto per Google Reader nel 2013.

Dispositivi Tech e Digital che andranno in obsolescenza nel 2023

Riprendendo quanto riportato da PC Mag, ripercorriamo tutti i dispositivi e servizi tech e digitali che non ce l’hanno fatto a vedere l’alba del 2024, e sono finiti prima, nel corso del 2023.

Prendiamo ad esempio all’Applicazione Fotocamera di Snapchat. Conosciuta per i suoi filtri, l’app è stata ritirata dopo aver perso popolarità durante la pandemia. Oppure ad AltspaceVR, una piattaforma social VR, sospesa dopo vari tentativi di chiudere in passato, questa volta definitivamente.

Tra le obsolescenze anticipate che più ha colpito gli utenti segnaliamo AmazonSmile, il programma di donazioni di Amazon, che non è riuscito nel tentativo di migliorare l’impatto delle beneficenze. Oppure Amazon Halo. Dopo un tentativo di entrare nel mercato della salute e del fitness, Amazon ha abbandonato il supporto per Halo Band.

Sempre da Amazon arriva la sconfitta del servizio Voci di celebrità Alexa, con nomi del calibro di Samuel L. Jackson. E così anche Amazon Pantry, la consegna di generi alimentari a basso costo, riflettendo un cambiamento nei modelli di acquisto online.

Per quanto riguarda Google, oltre alla Jamboard, segnaliamo l’edizione aziendale di Google Glass. Google ha finalmente abbandonato il progetto degli occhiali intelligenti, che non è mai decollato completamente. A seguire, anche Google Stadia. Dopo anni di incertezza, Google ha chiuso il servizio di cloud gaming, riassegnando risorse a YouTube Gaming.

Mentre da casa Microsoft arriva la chiusura di Cortana, l’assistente vocale, dando spazio a nuove iniziative, come quella di Copilot.

E così segnaliamo anche la fine di servizi quali WhatsApp Business API gratuita. Ma questo è dovuto in realtà a una scelta infelice di WhatsApp, che ha iniziato a tariffare la sua API aziendale, causando l’abbandono di alcune piccole imprese.

E per finire anche il servizio Zoom per i browser. Zoom ha ritirato il supporto per le videochiamate basate su browser, spingendo gli utenti verso l’applicazione desktop.

I casi Twitter e Netflix, tra rinnovo e cancellazione

Come ormai tutti sappiamo Elon Musk, da oltre un anno al comando di Twitter, ha compiuto una mossa audace nel rinominare il noto social network con una X, marchio ora associato più comunemente a contenuti per adulti.

La sostituzione del famoso logo dell’uccello con una X in bianco e nero e la rinomina dei tweet in post hanno segnato la fine di oltre 15 anni di costruzione del brand. Sebbene il servizio principale sopravviva, le restrizioni sulle API e altre modifiche radicali stanno ridefinendo l’esperienza degli utenti.

Diversa è la situazione di Netflix, che limita i servizi per favorire una sua precisa direzione aziendale. Si veda il caso dei DVD, il loro primo passo verso la leadership del settore. Dopo 25 anni, il business dei DVD di Netflix ha salutato il pubblico, poiché l’azienda si concentra ormai completamente sullo streaming. L’ultimo invio di DVD è avvenuto a settembre, segnando la fine di un’era per i nostalgici del formato fisico.

Nel mentre, Netflix ha inasprito il controllo sulla condivisione delle password, introducendo un limite di due persone aggiuntive per account a 7,99 dollari al mese per persona.

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