Una startup vuole rendere la “presenza umana permanente” sottomarina entro questo decennio. Dato che il cambiamento climatico non farà che peggiorare nei prossimi anni, l’idea di vivere sottacqua sembra sempre più fattibile.
L’idea di DEEP è quella di rendere possibile entro pochi anni la vita subacquea per noi umani, con tutti i confort e i benefit che deteniamo sulla terra ferma, anche se ancora per poco.
La startup DEEP vuole farci vivere sottacqua
Come riportato da IFLScience, DEEP, una società di ingegneria con sede nel Regno Unito, ha affermato che sta facendo i primi passi per creare una “presenza umana permanente” sotto gli oceani a partire dal 2027.
L’azienda spera di creare habitat modulari futuristici che consentiranno persone a vivere sott’acqua a una profondità massima di 200 metri (656 piedi) per un massimo di 28 giorni alla volta.
Il fulcro della loro visione è l’habitat sottomarino Sentinel, una stazione personalizzabile che fornisce spazi abitativi, aree comuni e laboratori di ricerca per gli scienziati che studiano l’ ambiente sottomarino .
“Dobbiamo preservare gli oceani. Per farlo dobbiamo capirli. Gli oceani sono al centro di molte delle sfide generazionali che il mondo si trova ad affrontare e offrono anche opportunità che non abbiamo nemmeno iniziato a comprendere. Sono la fonte almeno di ogni altro respiro che facciamo.“, ha affermato in una nota aziendale Steve Etherton, presidente della divisione DEEP in Europa, Medio Oriente e Africa .
Il sottomarino Sentinel
DEEP ha formato un team di ricerca per progettare le unità Sentinel, dei sottomarini in grado di avere una durata di servizio di 20 anni e da poter essere ridistribuite in diverse località in tutto il mondo.
Per sperimentare la resistenza di questi sottomarini Sentinel, DEEP sta effettuando la trasformazione di una cava allagata nel Regno Unito, precedentemente nota come National Diving & Activity Centre, in una struttura in acque profonde lunga 600 metri e profonda 80 metri.
DEEP afferma che i moduli saranno, in teoria, alimentati da “energia rinnovabile” e collegati a una boa di comunicazione satellitare. Affermano inoltre che stanno sviluppando un bioreattore su larga scala che sarà in grado di trattare tutti i rifiuti senza la necessità di svuotare regolarmente i serbatoi.