LIMS, la nuova tecnologia laser per scoprire i segreti di Marte

Sviluppato dall’Università di Berna (Svizzera) questa nuova tecnologia laser potrebbe rappresentare un importante passo avanti nella ricerca di tracce di vita passata su Marte

Redazione

C’è (stata) la vita su Marte? Questa domanda potrebbe trovare risposta grazie all’innovativo laser sviluppato dall’Università di Berna (Svizzera). Trasportabile anche da un rover, questo dispositivo potrebbe rivelarsi utile nell’analizzare campioni prelevati dal Pianeta Rosso, al fine di cercare tracce di microfossili che possano confermare l’effettiva presenza di forme di vita passata su Marte.

La continua ricerca della vita (passata) su Marte

Marte ha una storia geologica abbastanza complessa. Oltre due miliardi di anni fa, il pianeta era molto diverso da come lo conosciamo oggi. Con una atmosfera più spessa e abbondanti corsi d’acqua, Marte ospitava probabilmente oceani e fiumi, e forse un clima ideale per sviluppare la vita (almeno quella microbica).

Tuttavia, con il passare degli eoni, Marte ha subito un drastico cambiamento, e oggi il pianeta è totalmente inabitabile, con un ambiente estremamente secco e una superficie costantemente esposta a radiazioni cosmiche.

Dopo cinquant’anni di esplorazioni effettuate da sonde robotiche, le possibilità di scoprire forme di vita attuale su Marte appaiono sempre più scarse. Tuttavia, i ricercatori dell’Università di Berna non si sono lasciati scoraggiare e hanno recentemente sviluppato una tecnologia laser in grado di rilevare tracce di composti organici, indizi di un passato in cui la vita era presente.

La nuova tecnologia laser per scoprire i segreti di Marte

Noto come Laser Ablation Ionization Mass Spectrometry (LIMS), si tratta di un spettrometro di massa miniaturizzato in grado di analizzare campioni con grande precisione. Come racconta il sito di informazione New Atlas, utilizzando un laser a doppio impulso da 258 nm, “il LIMS riesce a “colpire” i campioni fino a 40 volte al secondo, provocando l’ablazione e l’ionizzazione di parte del materiale“. Questo processo permette di ottenere una mappa chimica tridimensionale in tempo reale della zona analizzata, con un minimo di danno al campione originale.

Al fine di testare la potenza del laser, i ricercatori dell’Università di Berna, in collaborazione con l’Università della Scienza e della Tecnologia Houari Boumediene in Algeria, hanno voluto eseguire una serie di esperimenti su dei depositi di gesso messiniano in Algeri. I ricercatori affermano che questi depositi, risalenti a oltre cinque milioni di anni fa, sono analoghi a quelli presenti sugli ex mari di Marte, il che li rende “obiettivi promettenti per la ricerca astrobiologica e per la rilevazione di vita sul Pianeta Rosso“.

I risultati sono promettenti: il LIMS è in grado di rilevare tracce di composti organici e differenziare tra minerali prodotti da organismi viventi e quelli creati da processi inorganici. Ora l’auspicio è che, installandola su un rover, la tecnologia LIMS possa aiutare i futuri esploratori di Marte a trovare fossili marziani all’interno dei depositi di gesso del pianeta, in modo da confermare la (passata) vita sul Pianeta Rosso.

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