Il 2020 ha segnato un punto di svolta per il foodtech con il diffondersi di nuove abitudini e una maggiore attenzione a ciò che si mangia.
La pandemia ha portato a cambiamenti radicali nel comportamento dei consumatori, come l’adozione accelerata di consegne di pasti e generi alimentari, nuove abitudini che difficilmente svaniranno col finire dell’emergenza sanitaria. Ha altresì evidenziato grosse inefficienze
nella filiera alimentare e la conseguente necessità apportare innovazioni tecnologiche oltre a indurre ad una maggiore sensibilizzazione a favore di un sistema alimentare più sano e sostenibile. Di tutto ciò se ne prende atto attraverso lo studio The State of European FoodTech 2021 realizzato dalla Five Seasons Ventures, società di venture capital con sede a Parigi interamente focalizzata su aziende innovative lungo la filiera alimentare e agricola.
Aumentano gli investimenti nel foodtech
Il 2020, evidenzia la ricerca, ha visto anche una crescita continua dell’interesse degli investitori verso startup nel settore alimentare con 2,4 miliardi di euro investiti nell’arco dell’anno e un aumento nelle valutazioni di startup foodtech maggiore del 156% rispetto al 2019. Gli investimenti sono stati indirizzati verso l’automazione della catena di approvvigionamento, coltivazioni indoor o progetti di agricoltura verticale.
Produzione di insetti e gestione dei rifiuti alimentari hanno anche attirato ingenti finanziamenti di venture capital. Cresce anche l’interesse dei consumatori per alternative sostenibili.
La filiera alimentare si rinnova grazie alla tecnologia
Ecco 3 startup italiane che si stanno distinguendo nel settore foodtech:
Al 128° posto della classifica The FoodTech 500 2020 stilata da Forward Fooding, la startup italiana Elaisian fondata nel 2016 da Damiano Angelici e Giovanni Di Mambro utilizza la tecnologia IoT per prevenire le malattie di uliveti e vigneti e ottimizzare i processi della coltivazione come irrigazione e concimazione.
350 fornitori, 25.000 prodotti, 500 ristoranti serviti. Sono questi i numeri della di Deliveristo, la startup foodtech fondata nel 2017 da Ivan Aimo, Luca Calia e Gabriele Angeleri che punta a rinnovare la distribuzione B2B del cibo grazie alla tecnologia. Attraverso la sua piattaforma produttori italiani e distributori entrano in contatto con il mondo dei ristoratori. A dicembre 2020 la startup ha chiuso un round di investimento di Serie A da 4,5 milioni di euro con United Ventures SGR SpA, fondo italiano di venture capital specializzato in tecnologie digitali.
Quando è l’intelligenza artificiale a scegliere il piano alimentare più adatto per te. Proprio questo è il servizio offerto dalla startup foodtech Feat Food. Fondata da Andrea Lippolis nel 2015 Feat Food sfrutta l’AI per creare piatti pronti personalizzati che vengono recapitati direttamente dove si intende consumarli. Inserendo i propri parametri sul sito l’algoritmo seleziona gli alimenti migliori per perseguire una dieta sana. Nel mese di dicembre non solo Feat Food ha chiuso una campagna di crowdfunding (andata in overfunding) inserita in un aumento di capitale più ampio da 1,8 milioni di euro, ma ha anche acquisito il competitor Diet To Go. Feat Food è al 168° posto tra le 500 migliori startup foodtech al mondo secondo la classifica FoodTech 500.