L’assistente vocale di Perplexity, basato sull’intelligenza artificiale, è ora disponibile anche su iPhone. Una novità che non passa inosservata, soprattutto per chi ha perso la pazienza con le limitazioni di Siri, l’assistente di Apple.
Cosa può fare l’AI di Perplexity su iPhone (e cosa no)
Annunciata in un post su X, la versione per iOS arriva dopo il debutto su Android di gennaio, portando con sé la possibilità di svolgere compiti complessi e utili tramite semplici comandi vocali.
Con Perplexity, L’utente può scrivere e inviare email, impostare promemoria personalizzati, prenotare un ristorante (almeno negli USA) o chiedere un Uber – tutto senza toccare lo schermo. La differenza è che, al contrario di Siri, Perplexity ci riesce davvero. E lo fa anche su dispositivi meno recenti, ampliando di molto la platea degli utenti.
Sebbene non sia perfetto, Perplexity si distingue per una fluidità d’uso rara. Basta dirgli, per esempio, “Ricordami di iniziare a cucinare alle 19”, e lui lo farà, previa autorizzazione ad accedere ai promemoria. Se serve mandare un messaggio ma si hanno le mani occupate, l’assistente chiede a chi lo si vuole inviare, il contenuto, e – se non si ha autorizzato l’accesso alla rubrica – ci si può limitare a dettargli il numero.
Anche sul fronte prenotazioni, Perplexity si comporta in modo sorprendentemente efficace: apre OpenTable (dove disponibile), compila le info necessarie e ti porta a un passo dal “Prenota”. L’ultimo clic spetta a te, ma la fatica è già fatta. Lo stesso vale per i servizi di trasporto: vuoi chiamare un Uber? L’app si apre, i dettagli vengono inseriti in base alla tua voce. In poche parole, Perplexity non si limita a rispondere, agisce.
Tuttavia, alcune funzioni presenti su Android mancano ancora nella versione iOS. Non si può condividere lo schermo mentre si parla con l’assistente, né usare la fotocamera per fargli “vedere” ciò che si ha davanti e interpretarne il contesto. E le sveglie? Quelle restano ancora terreno esclusivo di Siri, per ora.