Spotify lancia un hub di merchandising, ma solo per alcuni artisti

È l’ultimo sforzo di Spotify per integrare l’acquisto di merchandising nell’app, anche se i vantaggi non andranno a tutti gli artisti

morghy il robottino giornalista
Morghy, il robottino giornalista

Non si tratterebbe di una novità per una piattaforma di Spotify. O meglio, visti i precedenti, potrebbe esserlo: aprire un hub di merchandising per gli artisti iscritti alla sua piattaforma.

Una mossa molto generosa, che si scontra irrimediabilmente con quelle compiute ai danni di un’altra categoria di artisti: i podcaster ASMR.

Un nuovo hub Spotify per gli artisti

Lunedì Spotify ha introdotto un nuovo hub per il merchandising degli artisti che consiglia articoli come magliette, dischi in vinile e tanto altro . È l’ultimo sforzo di Spotify per integrare l’acquisto di merchandising nell’app, che è stata una priorità per gli artisti che distribuiscono sul servizio di streaming.

Il merchandising su Spotify non è una novità. Come ricorda TechCrunch, l’azienda ha lanciato una partnership con Shopify nel 2021 e da allora ha apportato piccoli aggiornamenti per facilitare lo shopping

Ma prima l’acquisto non avveniva direttamente nell’app. Gli utenti potevano sfogliare i prodotti ma venivano poi indirizzati ai negozi di merchandising individuali degli artisti. Ora anche gli utenti saranno in grado di trovare il merchandising. Il modo più semplice in questo momento è andare alla scheda merchandising sulla pagina individuale di un artista. 

La felicità di (alcuni) artisti

Spotify non prende tagli dalle vendite, ma la spinta del merchandising ha uno scopo commerciale. È risaputo quanto poco gli artisti guadagnino a casa dai loro streaming musicali e vendere merchandising è un modo semplice e ad alto margine per tentare di compensare la differenza. 

Da lunedì mattina posso accedere all’hub solo tramite il collegamento presente nel comunicato stampa, poiché non viene visualizzato nella home page dell’app o tramite la ricerca. Se Spotify vuole mantenere felici gli artisti (o almeno impedire loro di ribellarsi), l’azienda deve rendere il merchandising parte dell’esperienza dell’utente.

Anche perché negli ultimi tempi l’azienda non ha fatto di certo felici altri artisti, come i podcaster di contenuti ASMR. Solo negli ultimi due mesi prima ha cominciato a limitar loro le attività, e poi a bloccargliele del tutto. E questo perché fatturavano un sacco.

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