Blockchain per la certificazione documentale: da opzione a obbligo tecnologico

La trasformazione digitale dei documenti è ormai avviata: tra normative emergenti e limiti delle tecnologie tradizionali, la blockchain diventerà presto lo standard obbligatorio per l’autenticazione

Redazione

di Federico Monti, CEO di Notarify, azienda specializzata in certificazioni blockchain.

La certificazione documentale e l’autenticazione digitale stanno attraversando una fase di profonda trasformazione, spinte da due tendenze tecnologiche destinate a rivoluzionare il settore: l’adozione obbligatoria della blockchain per la notarizzazione e la diffusione degli smart contracts.

L’inadeguatezza crescente delle tecnologie tradizionali

Una delle principali ragioni dietro questa transizione è l’evidente inadeguatezza delle tecnologie di autenticazione attuali. I sistemi convenzionali di firma digitale e certificazione elettronica mostrano vulnerabilità sempre più preoccupanti di fronte alle nuove minacce digitali. Con l’avvento dell’intelligenza artificiale generativa, la creazione di documenti falsi perfettamente credibili è ormai alla portata di tutti.

Le statistiche confermano questa preoccupazione: secondo un report di Gartner, il 30% dei documenti digitali aziendali critici potrebbe essere compromesso con le tecnologie attuali. Proprio questa vulnerabilità sta accelerando la transizione verso sistemi basati sulla tecnologia blockchain, intrinsecamente più sicuri grazie alla loro natura distribuita e immutabile.

Blockchain, una transizione già in corso

La transizione verso la blockchain come standard di certificazione non è un’ipotesi futura, ma un processo già avviato. Numerose istituzioni stanno già sperimentando soluzioni blockchain per la certificazione documentale. Le università europee utilizzano la tecnologia per emettere diplomi digitali verificabili, mentre istituzioni come Forbes impiegano la blockchain per garantire l’autenticità dei contenuti giornalistici.

Aziende in settori cruciali come quello assicurativo, bancario e sanitario stanno già integrando la notarizzazione blockchain nei loro flussi di lavoro. Questa adozione precoce è motivata non solo dalla sicurezza, ma anche dall’efficienza operativa che la tecnologia garantisce.

Inoltre, la tecnologia trova già applicazione in contesti pratici quotidiani. A livello industriale, le aziende utilizzano la tecnologia per certificare bilanci e documentazione finanziaria sensibile. Nel settore sanitario, i consensi informati vengono certificati in blockchain per garantirne l’immutabilità. Mentre nel settore della moda e del lusso, il Digital Product Passport basato su blockchain permette di tracciare autenticità e sostenibilità. Persino nel giornalismo, la certificazione blockchain sta emergendo come strumento contro la disinformazione.

Dall’adozione volontaria all’obbligo normativo

La proposta di Regolamento eIDAS 2.0 dell’Unione Europea rappresenta solo la punta dell’iceberg di un processo normativo globale che sta legittimando la blockchain. Questa evoluzione legislativa segue un pattern prevedibile che ho osservato direttamente nei miei anni di esperienza nel settore.

Tutto inizia con una fase di sperimentazione, come sta avvenendo nel progetto European Blockchain Service Infrastructure (EBSI). Segue poi la legittimazione normativa attraverso leggi come il Wyoming Blockchain Act negli Stati Uniti o la legge PACTE in Francia. Il passo successivo è la standardizzazione tecnica, con gli standard ISO/TC 307 specifici per blockchain che stanno già emergendo. Da qui si passa all’obbligatorietà settoriale, iniziando dai settori più critici come finanza o sanità, per arrivare infine all’adozione generalizzata quando la tecnologia diventa lo standard de facto.

Entro 3-5 anni, la blockchain non sarà più una scelta ma un requisito per la certificazione di documenti critici. Le aziende che non si adegueranno si troveranno in difficoltà sia a livello di compliance normativa che di competitività sul mercato.

Il vantaggio competitivo dell’adozione precoce della blockchain

Per le organizzazioni, adottare la blockchain per la certificazione documentale prima che diventi obbligatoria offre vantaggi significativi che vanno ben oltre la semplice conformità anticipata.

La riduzione dei costi è forse il beneficio più immediato. Automatizzando i processi di verifica e certificazione, le aziende possono eliminare intermediari costosi e procedure manuali soggette a errori. Un’importante compagnia assicurativa nostra cliente ha ridotto del 40% i costi di certificazione documentale nel primo anno di implementazione della nostra soluzione blockchain.

La tecnologia offre anche una protezione superiore contro frodi documentali e contestazioni. L’immutabilità intrinseca della blockchain rende praticamente impossibile la falsificazione retroattiva di documenti, un problema crescente nell’era digitale. Questo si traduce in minori contenziosi e in una significativa riduzione dei rischi legali per le organizzazioni.

Un altro vantaggio cruciale è l’accelerazione delle transazioni. Eliminando la necessità di verifiche manuali e intermediari, i processi che prima richiedevano giorni possono essere completati in minuti. Un istituto bancario ha ridotto da 5 giorni a 10 minuti il processo di verifica documentale per l’apertura di nuovi conti, migliorando drasticamente l’esperienza cliente.

L’impatto economico di questa trasformazione sarà considerevole: secondo PwC, le applicazioni blockchain legate alla tracciabilità e certificazione potrebbero generare 962 miliardi di dollari di valore entro il 2030, rappresentando oltre la metà dell’impatto economico totale della tecnologia blockchain (stimato in 1,76 trilioni).

Come prepararsi alla transizione

Per le aziende che vogliono anticipare questa evoluzione, il percorso non deve necessariamente essere complesso o rivoluzionario. L’approccio migliore è quello graduale e strategico.

Il primo passo è sempre un assessment documentale approfondito. Le organizzazioni dovrebbero identificare quali documenti e processi richiedono certificazione sicura, partendo dai più critici o da quelli soggetti a maggiori rischi di contestazione. Un’università nostra cliente ha iniziato con la certificazione dei diplomi, il documento più soggetto a falsificazione, prima di estendere la tecnologia ad altri documenti accademici.

Dopo l’assessment, è fondamentale implementare progetti pilota in aree non critiche per valutare l’impatto operativo. Questo permette di familiarizzare con la tecnologia e di adattare i processi interni senza rischi significativi. Solo successivamente si procede con l’integrazione progressiva nei flussi di lavoro esistenti.

La chiave è iniziare con applicazioni semplici ma ad alto impatto. Una certificazione blockchain può essere implementata senza stravolgere i sistemi esistenti, ma aggiungendo un layer di sicurezza e verifica. È come passare dalla posta tradizionale all’email: il processo rimane concettualmente simile, ma diventa più efficiente, sicuro e verificabile.

La prossima frontiera della blockchain: gli smart contracts

Parallelamente alla notarizzazione, gli smart contracts rappresentano la naturale evoluzione nella trasformazione digitale dei documenti. Questi accordi auto-eseguibili stanno già cambiando profondamente settori come quello assicurativo, dove polizze con liquidazione automatica riducono drasticamente i tempi di risarcimento e i costi di gestione.

Nel campo della proprietà intellettuale, gli smart contracts permettono la gestione automatizzata dei diritti d’autore, assicurando pagamenti immediati agli aventi diritto. Nella supply chain, facilitano la verifica automatica delle condizioni contrattuali, accelerando i processi logistici e riducendo le controversie.

Gli smart contracts non sono fantascienza. Sono state già implementate soluzioni dove, ad esempio, una polizza assicurativa verifica automaticamente le condizioni e procede al risarcimento senza intervento umano. In un casi specifici, il tempo di liquidazione di un sinistro si riduce da 30 giorni a pochi minuti.

Conclusione: non è più questione di “se”, ma di “quando”

La trasformazione in corso nel settore della certificazione documentale rappresenta un cambiamento di paradigma, non una semplice evoluzione incrementale. Le aziende e le istituzioni si trovano di fronte a una scelta: anticipare il cambiamento o subirlo.

I dati di mercato sono chiari e concordi. Deloitte prevede che entro il 2027 la blockchain diventerà lo standard de facto per la certificazione documentale nel settore finanziario. KPMG, nel suo report sulla trasformazione digitale, stima che il 65% delle aziende Fortune 500 adotterà soluzioni blockchain per la certificazione entro il 2025. Il World Economic Forum ha identificato la certificazione blockchain come una delle tecnologie che più rapidamente raggiungerà il punto di non ritorno nell’adozione globale.

Non è più questione di se la blockchain diventerà obbligatoria per la certificazione documentale, ma di quando accadrà e di quanto saranno preparate le organizzazioni. Chi comprende questa trasformazione oggi avrà un vantaggio competitivo significativo domani. È come Internet negli anni ’90: chi ha saputo anticipare quella rivoluzione si è assicurato un vantaggio competitivo che dura ancora oggi.

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