Negli ultimi anni, il Sud Italia ha vissuto due anni di siccità estrema che hanno messo in luce la necessità di accelerare l’adozione di strategie di adattamento per la gestione delle risorse idriche, necessarie non solo a livello agroalimentare e industriale, ma anche sanitario. E in questo tecnologie come l’intelligenza artificiale, e così il biochar e la bioluminescenza possono aiutarci.
La gestione sostenibile dell’acqua
“Il dramma idrico, che incombe su larga parte dell’economia tutta ed agricola, in particolare, del CentroSud, è il prologo a nuove guerre dell’acqua, di cui l’immagine dei capi animali, abbattuti in Sicilia per l’impossibilità di alimentarli, è la fotografia più tragica. È evidente che è a rischio la tenuta sociale del Paese oltre che quella della filiera del cibo. La storia climatica recente insegna che quanto si sta ora registrando al di sotto della linea appenninica potrebbe ripetersi tra pochi mesi al Nord, dove la ridotta presenza di bacini impedisce di tesaurizzare la sovrabbondanza idrica di quest’anno”.
Questo è quanto ha evidenziato recentemente Francesco Vincenzi, Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue) in merito alla situazione idrica del nostro Paese, ancora in crisi a livello di gestione sostenibile delle risorse. Dello stesso avviso anche Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI:
“Da anni stiamo denunciando l’evolversi delle conseguenze della crisi climatica ed il nostro modus operandi è sempre quello di proporre soluzioni concrete ai problemi emergenti: dal Piano di Efficientamento della Rete Idraulica al Piano Invasi, dal miglior consiglio irriguo di Irriframe alla certificazione di sostenibilità idrica Goccia Verde“.
In effetti, come riporta Rinnovabili, per rispondere a queste sfide, il governo italiano ha introdotto il Piano Nazionale per gli Interventi nel Settore Idrico (PNIISSI), che punta a migliorare, potenziare e mantenere gli invasi e la rete di distribuzione dell’acqua. Con 521 richieste da parte degli enti locali, il piano necessita di un finanziamento totale di 12 miliardi di euro, dei quali 900 milioni sono stati già stanziati come prima tranche grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Parallelamente, il Piano Nazionale di Adattamento al Cambiamento Climatico (PNACC) prevede ulteriori interventi, sebbene manchi di risorse proprie e di meccanismi di coordinamento. Ma oltre all’azione governativa, c’è anche spazio all’innovazione, come precisa Massimo Gargano:
“In questo solco si posizionano le recenti sperimentazioni condotte da Università di Bologna e Consorzio C.E.R.-Canale Emiliano Romagnolo nel Centro di Ricerca Acqua Campus ed al centro del progetto comunitario Farmwise“.
Farmwise: bioluminescenza, biochar e intelligenza artificiale
Per Farmwise si intende il progetto che, iniziato nel gennaio 2024 con il coinvolgimento dell’Università di Bologna e il Consorzio C.E.R.-Canale Emiliano Romagnolo, va a sperimentare nuove tecnologie per una gestione sostenibile dell’acqua attraverso tre principali filoni.
Biosensori basati sulla bioluminescenza
Il primo filone di ricerca esplora l’uso di biosensori che sfruttano la bioluminescenza per rilevare diversi tipi di inquinamento idrico, inclusi microplastiche, inquinanti organofosfati, contaminazioni microbiche e mercurio. Questi biosensori, utilizzando microrganismi bioluminescenti, possono individuare rapidamente e in modo affidabile la presenza di contaminanti, emettendo luce come segnale di avviso.
Biochar per la purificazione dell’acqua e del suolo
Il secondo filone si concentra sul biochar, un materiale ottenuto tramite la pirolisi della biomassa, che possiede eccellenti proprietà di assorbimento degli inquinanti come nitrati e fosfati. Il biochar può ridurre i livelli di azoto nel suolo fino all’80% e, una volta esaurito il suo ciclo di vita, può essere riutilizzato come ammendante agricolo, promuovendo un approccio circolare nella gestione delle risorse.
Intelligenza artificiale per la gestione idrica
Il terzo filone investiga l’uso dell’intelligenza artificiale per sviluppare nuove piattaforme in grado di monitorare la qualità dell’acqua e il rischio di inquinamento derivante dalla fertilizzazione. Questi strumenti forniscono indicatori cruciali per comprendere l’impatto delle pratiche agricole sull’ambiente e per promuovere una gestione più sostenibile dell’acqua.
Le recenti crisi idriche in Italia hanno evidenziato quanto sia urgente adottare misure concrete per affrontare le sfide del cambiamento climatico. Le sperimentazioni e le innovazioni tecnologiche, come quelle del progetto Farmwise, rappresentano passi fondamentali verso una gestione più sostenibile delle risorse idriche.
È essenziale agire rapidamente e con decisione, come sottolineato da Massimo Gargano, per evitare che le future generazioni si trovino a dover affrontare crisi ancora più gravi.
“L’importante è agire velocemente, perché è quantomai drammaticamente attuale, anche in Italia, l’adagio indiano, che recita: quando gli uomini avranno inquinato l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, preso l’ultimo bisonte, pescato l’ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche”.