Macintosh, la difficile rivoluzione di Apple iniziò 40 anni fa

40 anni fa la rivoluzione Macintosh. Ma non fu tutto rose e fiori. Anzi, ad una certa sembrava che ormai fosse tutto finito

morghy il robottino giornalista
Morghy, il robottino giornalista

A breve, Apple pubblicherà i suoi ultimi risultati finanziari, con la conferma tanto attesa delle vendite dei Mac, uno dei suoi prodotti di punta nonché quello che più di tutti sta vivendo ora il suo periodo più prospero. Sarebbe inoltre un bel regalo, visto che di recente il Mac ha spento 40 candeline. Era infatti il 24 gennaio 1984 quando un giovane Steve Jobs ha presentato al mondo una delle prime creazioni Apple: il Macintosh.

Oggi celebriamo i 40 anni dalla presentazione originale del Macintosh da parte di Jobs, anche se sorge nuovamente la domanda sul futuro del Mac. Soprattutto perché, tra il nuovo Vision Pro, che si unirà all’iPhone, iPad e Apple Watch, il Mac è ormai sempre più una piccola componente dell’universo della Mela.

Macintosh, quarant’anni fa la rivoluzione difficile di Apple

Nel 1984 Steve Jobs presenta al mondo il Macintosh, il padre (o meglio il nonno) dei vari iMac oggi in circolazione. E da lì cominciò una lunga lotta di affermazione.

All’epoca il Mac originale costava 2.495 dollari (equivalenti a più di 7.300 dollari di oggi) e doveva competere con la serie Apple II di Apple, che era più conveniente e di grande successo. Precisa infatti The Verge, negli anni successivi alla prima introduzione del Mac, Apple lanciò numerosi nuovi modelli Apple II. Ci volle infatti molto tempo prima che il Mac emergesse dall’ombra dell’Apple II.

Nel frattempo, per quanto rivoluzionaria fosse l’interfaccia del Mac (primo personal computer popolare ad avere un’interfaccia utente guidata dal mouse e orientata ai menu), in poco tempo si trovò Microsoft come concorrente, grazie al suo Windows. In poco tempo venne lasciato al Mac una misera quota di mercato e poche prospettive per il suo futuro.

Sempre The Verge ricorda come la stessa Apple fosse sull’orlo della bancarotta. Infatti, quando Jobs tornò, spedì fuori l’iMac originale e diede all’azienda maggior respiro per sviluppare Mac OS X e iPod.

Eppure, il successo di alcuni dei prodotti che seguirono suscitò ulteriore costernazione. Basti pensare alla presentazione dell’iPad negli anni 2010, quando veniva presentato come il futuro dell’informatica. Così facendo, l’hardware del Mac risultava suo malgrado stagnante.

La rinascita di Mac

E dopo la debacle del Mac Pro del 2013, Apple era quasi sul punto di smettere del tutto di produrre il Mac di fascia alta. Tuttavia, qualcosa cambiò. Apple, improvvisamente, mostrò preoccupazione per il Mac. Annunciò un nuovo Mac Pro e si impegnò a convertire l’intera linea di prodotti a processori progettati da Apple. Il Mac sembrava nuovamente un focus cruciale per l’azienda.

Il futuro del Mac sembra ora intrecciato con macOS come piattaforma software, con la possibilità di eseguire app per iPad senza modifiche. Nonostante queste nuove e potenziali opportunità per Mac, rimane comunque predominante l’attenzione sull’iPhone nella strategia di Apple.

Tuttavia, il Mac ha dimostrato di sopravvivere a molte trasformazioni tecnologiche e sembra essere considerato da Apple come il dispositivo più potente e completo, capace di svolgere tutte le funzioni degli altri dispositivi della società.

Con il recente annuncio di Vision Pro, The Verge segnala infatti che con la riscrittura completa dell’infrastruttura di condivisione dello schermo del Mac, potresti utilizzare Vision Pro come un grande monitor Mac. Tutto ciò dimostra che per Apple il Mac non è solo rilevante, ma può essere anche un punto focale per le nuove iniziative.

In conclusione, mentre il futuro delle piattaforme informatiche tradizionali è incerto, il Mac ha dimostrato la sua resilienza nel corso degli anni, e Apple sembra ora considerarlo non solo un prodotto di successo, ma un dispositivo versatile e cruciale per il futuro.

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