Sam Altman, CEO di OpenAI, entra nel settore degli impianti cerebrali (o meglio, delle interfacce cervello-computer), finora dominato da Elon Musk con Neuralink.
Il nuovo progetto di Altman: impianti cerebrali in arrivo
Secondo il Financial Times, Altman ha cominciato a sostenere una nuova startup chiamata Merge Labs, impegnata nello sviluppo di impianti cerebrali capaci di creare una connessione diretta tra cervello umano e computer. L’obiettivo, almeno sulla carta, è concorrere direttamente con Neuralink, aprendo scenari inediti per il futuro della tecnologia e delle capacità cognitive umane.
L’interesse di Altman per la fusione tra esseri umani e tecnologia – che lui chiama the merge – non è recente. Già nel 2017, in un post sul suo blog, ipotizzava diverse forme di integrazione con le macchine, dall’inserimento di elettrodi nel cervello a un rapporto quotidiano sempre più stretto con chatbot avanzati. Per Altman, questa unione rappresenta uno scenario migliore per il futuro dell’umanità, dove la potenza di calcolo delle AI si integra con le capacità cognitive umane.
Merge Labs punta a trasformare questa visione in realtà, sviluppando dispositivi impiantabili in grado di leggere e interpretare segnali neurali e trasmetterli a sistemi informatici esterni. In modo da ottenere il recupero di funzioni motorie o sensoriali per persone con disabilità.
La sfida tecnologica e le implicazioni etiche
L’ingresso di Altman nel settore intensifica il confronto con Elon Musk, il cui Neuralink ha già condotto test clinici sugli esseri umani. Merge Labs potrebbe sfruttare le competenze maturate in OpenAI, integrando l’elaborazione dei dati neurali con AI avanzate come GPT-5, potenzialmente offrendo un vantaggio competitivo nella decodifica dei complessi pattern cerebrali.
Tuttavia, la sfida non è solo tecnologica. Gli impianti cerebrali sollevano questioni etiche e regolatorie rilevanti: dalla privacy dei pensieri al consenso informato, fino alla possibile disuguaglianza di accesso a strumenti che ampliano le capacità umane. Costi di sviluppo elevati e tempi incerti per un prodotto sicuro e approvato rappresentano ulteriori ostacoli, così come la necessità di strutture mediche adeguate per supportare la sperimentazione e l’implementazione.