Clubhouse chiude un nuovo round da 4 miliardi: le prospettive per il futuro

Sara Giannaccini
clubhouse, social

Clubhouse riceve un nuovo finanziamento ed è pronto a dar battaglia a competitor sempre più agguerriti.


Clubhouse ha annunciato di aver chiuso un nuovo round di finanziamento da 4 miliardi di dollari, dopo che aveva già raccolto capitali a gennaio che ne avevano fatto salire il valore a 1 miliardo di dollari. Con i fondi di inizio anno, Clubhouse aveva potuto accogliere più utenti, scalare l’infrastruttura e raddoppiare il supporto dei creator, come si legge sul blog ufficiale.

Da allora la piattaforma è cresciuta più velocemente del previsto, poiché Clubhouse si è espansa in centinaia di paesi in tutto il mondo. Con milioni di nuovi utenti sono stati diversi i momenti peculiari che hanno costellato l’ascesa della piattaforma: dalle opere d’arte di Platon ed Edward Snowden alle raccolte fondi improvvisate di #stopasianhate, alle piccole stanze intime in tutto il mondo con collegamenti fino a tarda notte, dove persone di tutte le culture si sono riunite per incontrarsi per la prima volta. 

Anche se quest’anno Clubhouse ha quadruplicato le dimensioni del nostro team, stabilizzato l’infrastruttura, lanciato Payments in beta per aiutare i creator a monetizzare e preparato la versione Android per il lancio, la piattaforma ha ancora una strada lunga di fronte a sé. Non è un segreto che i server abbiano faticato negli ultimi mesi e che la crescita abbia superato le aspettative.

In questo scenario assume ancora più valore il nuovo round di finanziamento guidato da Andrew Chen do a16z, con la partecipazione dei principali investitori DST Global, Tiger Global ed Elad Gil. Ciò consentirà a Clubhouse di ampliare notevolmente il team per supportare la crescita internazionale, investire in funzionalità di localizzazione e accessibilità, lanciare più programmi come l’acceleratore Creator First per aiutare i creator a essere pagati, investire profondamente nella scoperta per aiutare le persone a trovare le stanze migliori e continuare a scalare i sistemi di assistenza.

Clubhouse sta vivendo un momento particolare: se da un lato è in ascesa in termini di popolarità e competitività, dall’altro la base utenti ha raggiunto un plateau (complice anche la disponibilità solo su iOS, a breve controbilanciata dal rilascio su Android) e in molti si interrogano sul ciclo di vita di un servizio di questo tipo.

Inoltre i competitor non sono rimasti a guardare: da Facebook a Spotify, passando per Twitter, le piattaforme più consolidate stanno adottando il modello solo audio, per offrire un’esperienza ulteriore all’utente e colmare il gap con il nuovo arrivato.

Ciò che occorre capire è come Clubhouse risponderà a queste spinte contrarie e se sarà in grado di mantenersi unico e rilevante. È qui che probabilmente il rapporto con i creator detterà il passo dei prossimi mesi.

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