Google ha annunciato una nuova fase del rollout di Opal, l’esperimento AI sviluppato nella divisione Google Labs. C’è però un grande assente: l’Italia. Nonostante il debutto europeo, il nostro Paese non figura ancora tra quelli abilitati all’uso della piattaforma.
Opal, l’AI che crea app in un clic: come funziona
Dopo il lancio iniziale negli Stati Uniti durante l’estate e la successiva espansione in altri territori, il servizio fa oggi il suo debutto ufficiale anche in Europa, ma senza coinvolgere il nostro Paese.
Lo strumento nasce all’interno della divisione Google Labs e permette di creare mini-app in modo rapido e intuitivo, senza alcuna conoscenza dei linguaggi di programmazione. L’accesso, nei Paesi abilitati, avviene tramite il sito opal.google, dove basta selezionare Try Opal e autenticarsi con il proprio account Google. Gli utenti italiani, però, si imbattono ancora nel messaggio “Opal non è ancora disponibile nel tuo Paese”.
Nonostante l’esclusione, la piattaforma rappresenta una delle iniziative più ambiziose di Google nel campo della produttività e della creatività assistita. Il colosso californiano afferma di volerla presto estendere a più persone nel mondo, segnalando un futuro ampliamento anche all’Italia.
Un laboratorio AI tra produttività e creatività
Le prime settimane di test hanno mostrato come Opal non si limiti alla creazione di mini-app, ma stia rapidamente evolvendo in un ambiente capace di generare strumenti complessi e versatili. Gli utenti lo stanno già utilizzando per l’estrazione automatica di dati dal web, l’analisi delle informazioni e la creazione di report personalizzati nei Fogli Google. In altri casi, viene impiegato per automatizzare attività ricorrenti, come gli aggiornamenti settimanali delle newsletter, la revisione dei contratti o la pianificazione dei pasti.
Altri utenti hanno sfruttato la piattaforma per costruire applicazioni dedicate al marketing, in grado di prendere un singolo concetto di prodotto e generare in tempo reale testi ottimizzati per blog, didascalie per i social media o script di annunci video. C’è poi chi ha sperimentato l’uso creativo di Opal nella produzione di contenuti multimediali, combinando immagini e testi per campagne personalizzate, o nella narrazione interattiva, dove l’AI aiuta gli autori a sviluppare storie, sceneggiature e persino voci fuori campo audio.
Non mancano esempi in ambito formativo, come applicazioni per imparare le lingue, per la pianificazione personalizzata dei viaggi o per la creazione di quiz educativi. Tutto ciò dimostra come Google Opal stia diventando uno strumento capace di adattarsi alle esigenze più diverse, fondendo automazione e creatività in un’unica piattaforma.
Per ora, l’Italia resta fuori dal rollout, ma l’interesse crescente per il progetto fa intuire che il suo arrivo potrebbe non essere lontano.