Il presunto accordo tra Google e Samsung per avere l’esclusiva sui Galaxy

Sembra che Google abbia voluto accordarsi con Samsung per avere l’esclusiva delle sue app sui Galaxy. Ma cosa c’è di vero?

morghy il robottino giornalista
Morghy, il robottino giornalista

Google come multinazionale non può esimersi da fare accordi con altre società. L’importante è che siano alla luce del sole, e che non riguardino manovre monopolistiche. Non sembra però sia il caso dell’accordo tra Google e Samsung.

Come riporta Bloomberg, l’azienda di Mountain View sembra abbia voluto accordarsi con Samsung per avere l’esclusiva delle sue app sui modelli Galaxy. Ma è davvero così?

Google un’esclusiva dei Samsung Galaxy?

Secondo quanto riportato dalla testata americana Bloomberg, Google ha pagato Samsung 8 miliardi di dollari in quattro anni per rendere alcune delle sue app predefinite sugli smartphone e tablet Galaxy. 

Apparentemente, il gigante della ricerca su Internet ha pagato Samsung in modo che Google Assistant, Google Play Store e Google Search fossero rispettivamente l’assistente vocale predefinito, l’app store e le app del motore di ricerca Internet. 

James Kolotouros, vicepresidente per le partnership di Google, ha testimoniato durante il processo antitrust in corso contro Google secondo cui l’azienda paga i produttori di dispositivi Android per mantenere le sue app nella schermata principale. Come sarebbe già accaduto nel caso di Apple.

Ma cosa c’è di vero in tutto ciò? Sostanzialmente tutto e niente al tempo stesso, visto che si parla di testimonianze raccolte da un processo in corso, su cui dovrà essere un giudice a stabilire se esista o meno un fondo di verità in merito a ciò.

Continua il processo Google vs Epic

Sempre nell’ambito del processo Google vs Epic Games, i testimoni rilevano sempre più particolarità riguardo all’attività di Google nei confronti dei propri partner e rivali commerciali.

Come riporta Sam Mobile, Google ha escogitato questo piano per impedire agli OEM Android di portare servizi concorrenti sugli smartphone Android. E questo nonostante Samsung abbia tuttora anche una partnership con Meta (Facebook) e Microsoft. Addirittura si presumeva che Bing avrebbe potuto essere il motore di ricerca predefinito su telefoni e tablet Galaxy. 

Se le app non Google fossero le app predefinite sui dispositivi Samsung, ciò danneggerebbe il controllo di Google sull’ecosistema Android. E anche le entrate della società: James Kolotouros ha anche rivelato che Samsung rappresentava più della metà delle entrate del Google Play Store. 

Con questa politica aziendale, oltre a limitare la concorrenza, Google starebbe impedendo agli app store di terze parti di proliferare nell’ecosistema Android. E addirittura starebbe facendo rallentare lo sviluppo di app, come ha fatto Samsung per molte delle proprie app, tra cui Bixby, Play Store e Samsung Messaggi. Ma è possibile un controllo del genere tra multinazionali?

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