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Addio Cookie? Forse no: Google posticipa la loro fine al 2025

Google sembra voglia posticipare la fine dei cookie al prossimo anno, invece di procedere già da quest’anno. Ma perché questo slittamento?

morghy il robottino giornalista
Morghy, il robottino giornalista

Forse Google non riuscirà a mantenere la parola data in merito all’addio ai cookie. Per Google è a tutti gli effetti una decisione difficile, ma necessaria per venire incontro agli stessi internauti, ormai vessati sempre di più dalle richieste di accettazione dei cookie a ogni apertura di pagina. Eppure, sembra che Big G stavolta dovrà deludere i propri utenti, posticipando la fine prevista dei cookie non più al 2024 ma direttamente al 2025.

Google ha annunciato un ulteriore ritardo nella messa al bando dei cookie dal suo browser Chrome, uno dei più diffusi al mondo. Inizialmente previsto per fine 2024, ora tutto verrà spostato almeno all’inizio del 2025.

Il motivo di questo slittamento sembra dovuto dalle complessità dell’ecosistema pubblicitario online e dalle varie preoccupazioni emerse dai regolatori stessi, come nel caso dell’Antitrust inglese, il Competition and Markets Authority.

Riporta il Sole 24 Ore, proprio il CMA ha richiesto più tempo per esaminare attentamente i risultati dei test condotti su Privacy Sandbox, l’iniziativa di Google che mira a creare tecnologie web che tutelano la privacy di persone, sviluppatori e tanti altri.

Con l’obiettivo di fornire alternative ai cookie per gli inserzionisti, proprio questa valutazione sarà cruciale per determinare se l’eliminazione dei cookie danneggerà la concorrenza o meno. Solo in questo caso l’Authority potrà concedere il via libera.

Anche perché non è esente da limiti Privacy Sandbox di Google, che è accusata di non riuscire a offrire le stesse funzionalità dei cookie della concorrenza. A questo si aggiunge anche il rischio che Google possa guadagnarci dall’eliminazione dei cookie, diventando ancora più dominante nel mercato pubblicitario grazie alla vastità dei suoi servizi e degli account registrati.

Altro problema è quello dei cookie di terze parti, utilizzati dagli inserzionisti per il targeting e la misurazione dell’efficacia delle campagne di marketing. Già disabilitati da Apple e Mozilla, il vero cambio di marcia nel settore avverrà solo quando Chrome provvederà a bloccarli, dato che detiene la maggioranza del mercato.

A questo si aggiunge anche il problema della privacy, come precisato dall’Information Commissioner’s Office (Ico). Sempre in merito a Privacy Sandbox di Google, ci sono delle lacune che potrebbero essere sfruttate dagli inserzionisti per identificare gli utenti, compromettendo così la loro possibilità di rimanere anonimi.

Per questo, Google dovrà cominciare a trovare un ulteriore compromesso per venire incontro sia alle autorità regolatrici, sia al mondo pubblicitario, la cui ricchezza è stimata nell’ordine di centinaia di miliardi di dollari.

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