La crypto art impazza, soprattutto se il soggetto dell’opera d’arte digitale è un gattino dagli occhi languidi. Secondo DappRadar, agenzia che si occupa di monitorare il mercato dei non-fungible token (NFT), la compravendita di CryptoKitties ha toccato la cifra record di 7,27 milioni di dollari in sole 24 ore e il trend sembra non volersi arrestare, riporta l’Ansa.
Stupisce ancor di più sapere che questa cifra esorbitante non è stata raggiunta in asta ma sul mercato libero nel quale i gattini digitali, nati nel 2017 proprio come NFT, nella linea originale dei “genesis”, erano in vendita. Pezzi rari per veri collezionisti se si pensa che originariamente lo studio canadese Dapper Labs aveva prodotto 100 NFT, che oggi vengono considerati antenati delle opere che attraggono migliaia di appassionati.
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NFT Cryptokitties: i gattini colpiscono sempre
I CryptoKitties si distinguono da tutti gli altri NFT per una particolarità: pensati per essere una sorta di tamagotchi virtuali, animaletti da crescere e accudire, il possesso di un singolo personaggio su rete ethereum non è fine a sé stesso, perché consente di ‘sviluppare’ ulteriori varianti, mettendo assieme i vari NFT, anche di utenti differenti. Ciò significa che i gatti virtuali sono riproducibili, ma portano un numero univoco e un genoma distinto a 256 bit con DNA e attributi diversi che possono essere trasmessi alla prole. Per questo, attualmente ci sono in giro almeno 2 milioni di gattini della serie. Dapper Labs ha pensato bene di promuovere in questi giorni la vendita di altri CryptoKitties, per seguire il filone dei non-fungible token. Stando ai fautori, CryptoKitties passerà dalla rete ethereum a quella di flow, altra criptovaluta, che promette una gestione più ampia di transazioni con commissioni inferiori.