ChatGPT, ora il chatbot può navigare in Internet

Era da settembre 2021 che ChatGPT non si riaggiornava. Da oggi invece il chatbot di Open AI potrà tornare a navigare in Internet

morghy il robottino giornalista
Morghy, il robottino giornalista
ChatGPT, GPT Store, scarlett Johansson

Dopo il blocco del 2021, ChatGPT rientra in Internet. Da oggi alcuni utenti premium potranno porre domande al chatbot sugli affari attuali e accedere alle notizie.

A confermarlo è proprio OpenAI, il creatore di ChatGPT sostenuto da Microsoft: il chatbot può ora navigare in Internet per fornire agli utenti informazioni aggiornate.

ChatGPT torna su Internet dopo 3 anni

Il sistema basato sull’intelligenza artificiale era stato precedentemente addestrato utilizzando solo i dati fino a settembre 2021. OpenAI ha affermato che la funzionalità sarà presto disponibile per tutti gli utenti.

ChatGPT e altri sistemi simili utilizzano enormi quantità di dati per creare risposte convincenti di tipo umano alle domande degli utenti. Ma fino ad ora la “conoscenza” del chatbot virale è rimasta congelata nel tempo. Il suo database è stato ricavato dai contenuti di Internet così come era nel settembre 2021. Non poteva navigare in rete in tempo reale.

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All’inizio della settimana, OpenAI ha anche rivelato che presto il chatbot sarà in grado di avere conversazioni vocali con gli utenti. Non ci sarà più il rischio di ritrovarsi come risposta “‘Mi dispiace, ma non posso fornire informazioni in tempo reale“, in merito a domande sull’attualità.

Perché l’AI era fuori da Internet

C’erano una serie di ragioni per cui ChatGPT non ha effettuato ricerche su Internet fino ad ora: i costi di elaborazione per prima cosa. Si dice spesso che ogni singola query costa a OpenAI pochi centesimi.

Lo sviluppo di modelli linguistici ha richiesto molto tempo ed è dispendioso in termini di risorse, l’utilizzo di dati in tempo reale ha il potenziale per introdurre imprecisioni e vi sono alcune preoccupazioni etiche e di privacy sull’accesso alle informazioni in tempo reale, in particolare ai contenuti protetti da copyright senza autorizzazione.

Inoltre, come ricorda la BBC, OpenAI ha dovuto sottoporsi al controllo delle autorità di regolamentazione statunitensi per il rischio che ChatGPT generi informazioni false, da parte della Federal Trade Commission (FTC). In realtà ChatGPT non poteva iniziare a rigurgitare materiale dannoso o illegale trovato per caso appena caricato in rete in risposta a una query.

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