Volvo continua il suo impegno per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. L’ultima joint venture virtuosa nel segno di prodotti green capaci di fare bene al pianeta è con Northvolt. Le due aziende costruiranno una nuova fabbrica di batterie in Europa con l’obiettivo di sviluppare batterie per le auto elettriche della casa automobilistica e del suo marchio gemello Polestar. Northvolt diventerà il partner esclusivo di Volvo Cars per la produzione di batterie in Europa.
L’impianto avrà una capacità fino a 50 gigawattora all’anno – equivalente a batterie per circa 500.000 auto – e rientra nella spinta di Volvo a vendere solo auto completamente elettriche entro il 2030. Sarà inoltre alimentata da energia pulita e dovrebbe impiegare circa 3.000 persone. Volvo acquisterà altri 15 GWh di batterie da Northvolt a partire dal 2024. Questa nuova factory dovrebbe essere sufficiente a coprire le esigenze di Volvo in Europa, ma avrà bisogno di allestimenti simili in Cina e negli Stati Uniti, i suoi due mercati più grandi.
“È importante essere in testa“, ha dichiarato al Financial Times l’amministratore delegato di Volvo Hakan Samuelsson. “Se sei in ritardo in questa gara, sarà dura vincere. E non è qualcosa che facciamo perché appare buono o suona bene. Questa è una nuova competenza fondamentale per Volvo”.
“Lavorare a stretto contatto con Northvolt ci consentirà inoltre di rafforzare le nostre capacità di sviluppo interne”, ha aggiunto.
Il prossimo anno, le aziende istituiranno un centro di ricerca e sviluppo nel loro paese d’origine. L’obiettivo è quello di iniziare a sviluppare batterie esclusivamente per Volvo. Samuelsson spera di sviluppare una “batteria all’avanguardia” con una chimica diversa e prestazioni migliori rispetto ai progetti attuali, offrendo un’autonomia più lunga e una capacità di ricarica più rapida. Il successore elettrico del modello XC60 di Volvo sarà la prima auto dotata di celle a batteria sviluppate attraverso la joint venture.
L’amministratore delegato di Northvolt, Peter Carlsson, ha dichiarato che la sua azienda sta esaminando “in particolare gli Stati Uniti, forse anche l’Asia” come mercati per una possibile espansione oltre i confini europei.
