Nonostante l’accelerazione della campagna vaccinale, la pandemia non è ancora stata sconfitta e l’utilizzo delle mascherine rimane caldamente consigliato dagli esperti dell’OMS. Un’alternativa valida in grado di contrastare l’elevata trasmissibilità del Covid arriva dal grafene ed è per questo che Hygraner, innovativa startup abruzzese fondata nel 2016, ha deciso di realizzare il primo tessuto in microfibra di grafene antivirale.
A differenza degli altri tessuti presenti in circolazione, in questo caso le fibre sono costituite interamente da un polimero e grafene funzionalizzato, in grado di arrestare la proliferazione del virus e di ossidarne le componenti cellulari, “spegnendone” ogni attività.
Il tessuto, certificato secondo la ISO 18184, utilizza la nanotecnologia per scacciare i virus e molti altri ceppi batterici. La proprietà antivirale non decade nel tempo, neanche dopo l’utilizzo o ripetuti lavaggi. Garantisce, inoltre, una protezione aggiuntiva sia per chi lo indossa sia per chi si trova nelle vicinanze.
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Hygraner si differenzia in questo modo dai competitor, che hanno invece puntato su tecniche di deposizione post tessitura, riducendo i costi e le difficoltà ad essa legate, ed abbassando la persistenza del nano-materiale nel tempo. I metodi con cui vengono prodotti i diversi tipi di grafene sono del tipo bottom-up e top-down.
Mascherina in grafene, arriva il nuovo tessuto per contrastare il Covid creato con la nanotecnologia
Il grafene utilizzato per la produzione dei tessuti in microfibra viene da ambo i processi e può anche derivare da un metodo totalmente green coperto da brevetto. Il tessuto di microfibra di grafene è in grado di bloccare i virus in entrata e riesce, già al primo contatto, ad annientarli in parte; mentre circa il 70-80% dei virus cessa ogni tipo di attività dopo appena soli 30′, circa l’85-90% dopo due ore.
I tessuti in microfibra di grafene con diverse grammature e porosità consentono infine di realizzare mascherine di tipo chirurgico IIR, FFP2 e FFP3, offrendo una maggiore respirabilità, rispetto a quelle presenti sul mercato a parità di PFE e BFE. Questo è dovuto alle caratteristiche dei materiali conduttivi elettricamente, come appunto il grafene, presenti in un compound termoplastico.
 
                 
                                            