L’era dell’intelligenza artificiale sta aprendo le porte non solo a nuove tecnologie all’avanguardia, ma addirittura a nuove forme di pensiero. Ne è un esempio il Sistema 0, una nuova forma di “interazione” tra l’intelligenza umana e quella artificiale, e che ha tutto il potenziale per rivoluzionare il nostro modo di ragionare e prendere decisioni.
Cos’è il Sistema 0
Il Sistema 0 è stato teorizzato da un gruppo di ricercatori dell’Università Cattolica di Milano, in collaborazione con esperti di varie discipline, come neuropsicologia, informatica, filosofia e linguistica. Descritto nello studio uscito su Nature Human Behaviour come una forma di pensiero ibrido, questo sistema si distingue dai due modelli cognitivi tradizionali:
- il pensiero intuitivo, o Sistema 1;
- il pensiero analitico e riflessivo, noto come Sistema 2.
Il Sistema 0, al contrario, emerge dall’interazione fra l’intelligenza artificiale e l’essere umano, creando un modo di pensare che potenzialmente potrebbe superare i limiti cognitivi umani.
Questo concetto si fonda sull’idea che l’AI funzioni come un “hard disk esterno” al cervello umano, capace di elaborare enormi quantità di dati e fornire soluzioni complesse. Tuttavia, l’intelligenza artificiale non attribuisce alcun significato ai dati che elabora. È l’uomo, attraverso il suo pensiero critico, a dare senso e interpretare tali informazioni. In altre parole, il Sistema 0 non sostituisce il nostro pensiero, ma lo potenzia.
Per saperne di più: Intelligenza artificiale: cos’è e come funziona, tutto sulla AI
Potenzialità e rischi dell’intelligenza ibrida
Il Sistema 0 promette di migliorare la capacità umana di risolvere problemi complessi e di analizzare grandi quantità di informazioni in modo più efficiente. In un contesto globale sempre più dominato dall’automazione, questo sistema potrebbe rappresentare un’alleanza tra l’uomo e la macchina per affrontare sfide scientifiche e sociali che altrimenti sarebbero inaccessibili.
Tuttavia, come sottolineano gli autori all’ANSA, l’utilizzo del Sistema 0 deve essere gestito con attenzione, affinché non comprometta la capacità di ragionamento autonomo e creativo degli individui.
“Il rischio è di affidarsi troppo al Sistema 0 senza esercitare un pensiero critico. Se ci limitassimo ad accettare passivamente le soluzioni offerte dall’intelligenza artificiale potremmo perdere la nostra capacità di ragionare autonomamente e di sviluppare idee innovative. In un contesto sempre più dominato dall’automazione, è fondamentale che gli esseri umani continuino a interrogarsi e a mettere in discussione i risultati generati dall’AI”.
Inoltre, esistono preoccupazioni riguardanti la trasparenza dei sistemi di intelligenza artificiale. Il rischio di distorsioni nei dati elaborati o di bias potrebbe influenzare negativamente il processo decisionale umano. È quindi fondamentale che gli esseri umani mantengano il controllo e verifichino costantemente i risultati prodotti dall’AI.
Infatti, come suggeriscono gli autori dello studio, trasparenza, responsabilità e alfabetizzazione digitale saranno in futuro elementi chiave per garantire che l’AI venga utilizzata come strumento di supporto e non come sostituto del pensiero umano.