Il comportamento quantistico è una cosa strana e fragile, e in questo caos risiede il potenziale dell’informatica quantistica: la promessa di dispositivi in grado di risolvere rapidamente algoritmi che richiederebbero troppo tempo per essere elaborati dai computer classici.
Ma servono materiali in grado di resistere alle temperature vicine allo zero assoluto (-273 gradi Celsius), dove le particelle hanno meno probabilità di uscire dai loro stati quantistici critici. Per fortuna qualcosa simile è appena stato scoperto.
Un materiale magnetico per l’informatica quantistica
Superare questa barriera termica per sviluppare materiali che presentino ancora proprietà quantistiche a temperatura ambiente è da tempo l’obiettivo dell’informatica quantistica. E sembra essere stato raggiunto da un team di ricercatori dell’Università del Texas, El Paso.
Secondo quanto riportato nella loro ricerca su Applied Physics Letters, hanno sviluppato un materiale altamente magnetico per il calcolo quantistico. Esso mantiene il suo magnetismo a temperatura ambiente e non contiene minerali di terre rare molto richiesti.
È stato possibile grazie al superparamagnetismo, una forma controllabile di magnetismo in base alla quale l’applicazione di un campo magnetico esterno allinea i momenti magnetici di un materiale e lo magnetizza.
Sempre più vicini ai computer quantistici
I magneti molecolari sono tornati alla ribalta in un recente articolo di ACS Publications come un’opzione per creare qubit, l’unità base dell’informazione quantistica.
L’utilizzo di questo materiale magnetico è al momento limitato alla sperimentazione fisica. Ma è indubbio che nel futuro i computer quantistici potrebbero essere il prossimo obiettivo.
Serviranno però materiali magnetici che danno origine a qubit di spin, ovvero a coppie di particelle come gli elettroni i cui spin direzionali sono collegati, anche se momentaneamente, a livello quantistico. Tutto ciò permetterebbe lo sviluppo di un’informatica quantistica al servizio anche delle aziende, soprattutto nel caso di obiettivi come quelli promossi da aziende come Microsoft, o quelli raggiunti da altre.
Naturalmente saranno necessari ulteriori test su questo nuovo materiale, per vedere se i risultati possono essere replicati da altri gruppi. Ma i progressi in questo campo dei magneti molecolari sono incoraggianti e offrono un’altra promettente opzione per creare qubit stabili.