Dopo Google e OpenAI, anche Perplexity lancia la sua Deep Research, una soluzione “agentica” a base di intelligenza artificiale che mira a fornire risposte dettagliate e con citazioni reali per un utilizzo professionale. Obiettivo di questo strumento non è solo fornire agli utenti informazioni accurate e ben strutturate, ma anche tenere testa agli altri Big dell’intelligenza artificiale.
Deep Research, come funziona la funzione AI di Perplexity
Disponibile per il web e presto anche su Mac, iOS e Android, Deep Research è accessibile da un menu a tendina. Qui, l’utente deve selezionare l’opzione “Ricerca approfondita” per permettere all’AI di generare un report dettagliato basato sulla query inserita. Tale rapporto può essere esportato come PDF o condiviso come pagina Perplexity.
Ma come riesce a creare questo rapporto? In pratica Deep Research “cerca, legge documenti e ragiona in modo iterativo su cosa fare dopo, perfezionando il suo piano di ricerca man mano che apprende di più sulle aree tematiche” presumibilmente “in modo simile a come un essere umano potrebbe ricercare un nuovo argomento“, sottolinea la società in una nota. Una volta che i materiali di partenza sono stati completamente valutati, “l’agente sintetizza tutta la ricerca in un rapporto chiaro e completo“.
La funzione è accessibile gratuitamente, seppur con un numero limitato di ricerche al giorno per gli utenti non abbonati. Gli utenti premium, invece, hanno accesso illimitato.
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Cosa cambia rispetto alle soluzioni di Google e OpenAI
Come detto sopra, prima di Perplexity anche Google e OpenAI hanno lanciato soluzioni simili. Big G ha lanciato una funzione analoga all’interno della sua piattaforma Gemini a dicembre, mentre OpenAI ha presentato il proprio strumento di ricerca avanzata all’inizio di questo mese. Curiosamente, tutte e tre le aziende hanno scelto lo stesso nome per questa feature: Deep Research.
Malgrado l’iniziativa pressoché uguale, ci sono delle notevoli differenze tra questi agenti AI per la ricerca. Stando alla società, la Deep Research di Perplexity AI guarda più alla velocità e all’accessibilità, risultando ideale per ricerche rapide e utenti non esperti in campi come finanza, marketing e altro. Mentre quella di OpenAI si concentra sulla profondità analitica, quindi più adatta alle esigenze delle grandi aziende. Invece la Deep Research di Google integra al meglio la sua tecnologia con gli ecosistemi di produttività esistenti, offrendo un vantaggio a chi già utilizza i suoi servizi.
A livello di prestazioni, stando al test Humanity’s Last Exam, la tecnologia di Perplexity ha ottenuto un punteggio del 21,1%, superando nettamente modelli come Gemini Thinking (6,2%), Grok-2 (3,8%) e GPT-4o di OpenAI (3,3%). Tuttavia, Deep Research di OpenAI ha raggiunto un punteggio superiore, pari al 26,6%.
Infine, c’è da segnalare la velocità di esecuzione di queste ricerche. Rispetto alla versione di OpenAI, che impiega dai 5 ai 30 minuti per generare un report, Deep Research di Perplexity conclude la maggior parte delle ricerche in meno di tre minuti.