Una novità di peso entra nel dibattito sulla Manovra di Bilancio: tra gli emendamenti sulla fiscalità delle cripto-attività, anche quello firmato dai senatori Pellegrino-Gelmetti è tra i segnalati nell’ambito dell’esame della Legge di Bilancio. Un riconoscimento che ne certifica la solidità tecnica e l’importanza nel percorso volto a ripristinare coerenza e uniformità fiscale, riportando l’aliquota sulle plusvalenze al 26% come già previsto per gli altri strumenti finanziari.
Su questo punto è intervenuto di recente anche Ferdinando Ametrano, docente universitario su Bitcoin e cripto-attività in diverse università europee e amministratore delegato di CheckSig, che auspica “una larga approvazione da parte di maggioranza e opposizione“, in modo da consolidare una disciplina fiscale coerente e rispettosa del dettato costituzionale che tutela il risparmio in tutte le sue forme.
Un intervento per equità e stabilità fiscale
L’emendamento si propone di correggere una distonia normativa che negli ultimi anni aveva generato incertezza tra gli investitori, riportando le cripto-attività sotto un regime fiscale pienamente coerente con il resto del mercato finanziario. Il governo e le forze parlamentari che sostengono la misura sottolineano l’importanza del ripristino dell’equità fiscale, ritenuto essenziale per rendere più trasparente e competitivo l’intero comparto.
Oltre all’allineamento dell’aliquota, la proposta garantisce un effetto positivo sulle entrate pubbliche. Nel breve periodo, il gettito arriverebbe in larga parte dalla riapertura della possibilità di rivalutazione, che appunto genera un gettito immediato. Nel medio-lungo periodo, invece, offre un quadro stabile e prevedibile che contrasta la fuga di capitali e favorisce l’emersione degli investimenti in Italia.
Una convergenza politica trasversale
Il clima intorno alla proposta è caratterizzato da una convergenza rara su temi economici complessi come quelli legati alle cripto-attività. Forza Italia e Movimento 5 Stelle avevano già presentato emendamenti analoghi, mentre la Lega, da tempo attenta ai temi dell’equità fiscale anche in ambito digitale, ha avanzato un proprio testo di contenuto simile, seppur meno ambizioso. Anche il Partito Democratico aveva sostenuto un intervento affine nella precedente Legge di Bilancio, riconoscendo da tempo l’esigenza di un approccio equilibrato e uniforme.
L’emendamento Pellegrino-Gelmetti va inoltre nella direzione auspicata da Banca d’Italia, che lo scorso anno, in audizione sulla Manovra, aveva sottolineato l’esigenza di garantire un quadro fiscale stabile e coerente. Una condizione indispensabile per favorire trasparenza, legalità e competitività del sistema finanziario.
“Alla luce di questa ampia convergenza politica, delle indicazioni delle istituzioni e dell’impatto favorevole per il Paese, auspichiamo una larga approvazione da parte di maggioranza e opposizione dell’emendamento Pellegrino-Gelmetti“, ha dichiarato Ferdinando Ametrano, “così da consolidare una disciplina fiscale coerente e rispettosa del dettato costituzionale che tutela il risparmio in tutte le sue forme“.