Il rapporto tra Google e Apple si fa sempre più ambiguo. Prima si accordano sulla potenziale introduzione dell’intelligenza artificiale Gemini su iPhone, ora invece sembra che Big G voglia limitare alcune sue funzionalità sul browser Safari, come la recentissima AI Overviews. Ma cosa sta succedendo?
Perché Google vuole bloccare AI Overviews su Safari
Lo riferisce The Information, in merito alla causa antitrust ancora aperta con il Dipartimento di Giustizia statunitense. Il motivo dietro questa presunta limitazione in arrivo da parte di Google riguarderebbe la sua dipendenza dal browser Safari. Una dipendenza che, in caso di sentenza sfavorevole, potrebbe diventare problematica.
Non a caso, Google starebbe valutando di diminuire la sua dipendenza dal browser Safari di Apple cercando di spingere gli utenti ad usare Chrome. Tra le strategie considerate, vi sarebbe l’idea di limitare la funzione AI Overviews, che fornisce risposte generate dall’intelligenza artificiale, ai soli servizi di Google. Tuttavia, al momento Google ha deciso di non procedere in questa direzione.
Sarebbe comunque una mossa sensata, anche perché Big G deve cercare di compensare la diminuzione dei profitti in caso di rescissione dell’accordo con Apple a seguito di una sentenza sfavorevole.
L’accordo tra Google e Apple
Negli ultimi anni, precisa 9to5mac, Google ha cercato di aumentare la quota di ricerche effettuate dagli utenti di iPhone attraverso le proprie app, come Google e Chrome, piuttosto che tramite Safari.
Sebbene Google abbia fatto progressi, passando dal 25% al poco più del 30% delle ricerche, questo avanzamento si è fermato nella seconda metà dello scorso anno. L’obiettivo di Google è raggiungere il 50% delle ricerche su iPhone tramite le proprie app entro il 2030, ma la strada appare ancora lunga.
Come precisa 9to5mac, Apple riceve da Google almeno 18 miliardi di dollari all’anno per impostare il suo motore di ricerca come predefinito in Safari. Il pagamento avviene attraverso un accordo di condivisione dei ricavi, dove Apple riceve una parte dei guadagni pubblicitari derivanti dalle ricerche su Safari. Spingendo gli utenti verso le proprie app, Google potrebbe ridurre i pagamenti ad Apple e diminuire così la sua vulnerabilità alla regolamentazione.
Resta da vedere se la situazione cambierà, ma l’elemento cruciale rimane il caso antitrust del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, il cui verdetto è atteso nei prossimi mesi.