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Il simulatore che trova i siti idonei per lo stoccaggio della CO2

Anche la tecnologia può contribuire alla ricerca dei siti per lo stoccaggio della CO2, e lo dimostra il simulatore della Technical University of Denmark

Redazione

Al momento lo stoccaggio della CO2 è una soluzione accettabile per ridurre il peso ambientale dell’anidride carbonica. Anche se diventa sempre più difficile trovare il sito geografico ideale per stoccarla, visto che serve una comprensione approfondita delle dinamiche geologiche e chimiche coinvolte. Per fortuna la tecnologia può rivelarsi molto utile anche nella ricerca del sito adeguato, e lo dimostra il simulatore della Technical University of Denmark (DTU).

Stoccaggio della CO2, il nuovo simulatore della DTU

Strumento open-source, originariamente sviluppato dal Lawrence Livermore National Laboratory, Stanford University e TotalEnergies, il simulatore GEOS è ora in fase di miglioramento grazie all’ultimo progetto a cura del team di ricercatori chimici del DTU, che prevede l’integrazione di algoritmi avanzati per affrontare al meglio tutte le difficoltà e le sfide proprie della ricerca dei siti di stoccaggio.

Come ad esempio le implicazioni a lungo termine relative all’iniezione di CO2 nel sottosuolo, e alla sua permanenza nel sottosuolo per centinaia di anni: due condizioni che comportano una serie di reazioni chimiche e trasformazioni geologiche che devono essere previste con precisione. Oppure la conoscenza delle condizioni geologiche del sottosuolo, così come il comportamento della CO2 a diverse condizioni di pressione e temperatura o con altre sostanze presenti nel sottosuolo, come l’acqua salata, i minerali e i residui di idrocarburi.

Non sfide da poco, insomma. Infatti i ricercatori hanno tempo fino al 2027 per sviluppare il programma di simulazione, che sarà poi reso disponibile gratuitamente. Questo strumento sarà fondamentale per determinare i futuri siti di stoccaggio del carbonio, permettendo a chiunque di fare scelte informate e sostenibili.

Come funzionano i nuovi algoritmi

Stando a quanto raccontato dal professore associato Wei Yan, a capo del team di ricerca, questi algoritmi andranno a calcolare l’avanzamento delle reazioni chimiche, così da sapere con precisione il comportamento della CO2 sotto diverse condizioni di temperatura e pressione, nonché le reazioni chimiche che avvengono nel sottosuolo.

Questi algoritmi permetteranno di valutare, ad esempio, se l’iniezione pianificata potrebbe essere compromessa da fenomeni indesiderati, come la precipitazione di sale che potrebbe ostruire i pozzi di iniezione. Si tratta di una conoscenza fondamentale per determinare la quantità di CO2 che può essere immagazzinata in un dato sito e la velocità con cui il processo può essere eseguito.

Una volta stabilito che un sito è idoneo per lo stoccaggio, le simulazioni possono anche prevedere la dispersione della CO2 nel sottosuolo dopo l’iniezione e la sua stabilizzazione nel tempo, sia geologicamente che chimicamente. In questo modo si avrà anche la certezza che la CO2 rimarrà intrappolata per lunghi periodi, contribuendo così alla riduzione delle emissioni di carbonio nell’atmosfera.

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